Politica

Contro la riforma scendono in campo 120 ex parlamentari

Schifani: kermesse a Roma con Baldassarri Sabato a Milano l'iniziativa della Gelmini

Matteo Renzi durante l'intervento in Senato del 17 settembre 2014
Matteo Renzi durante l'intervento in Senato del 17 settembre 2014

Silvio Berlusconi è convinto che sarà il voto dell'elettorato di centrodestra a risultare decisivo per la vittoria del no al referendum. E così, nel giorno in cui il nuovo sondaggio Euromedia segna un aumento del «No», al 53% contro il 47% del «Sì», Renato Schifani si prepara a mettere in campo una iniziativa scaccia-ambiguità. Se il fronte capitanato da Matteo Renzi arruola due forzisti come Marcello Pera e Giuliano Urbani, l'ex presidente del Senato risponde schierando un'ampia platea di ex parlamentari di centrodestra decisi a posizionarsi convintamente sul fronte dell'opposizione al ddl Boschi.

«Sono più di 120 gli ex parlamentari di centrodestra, la maggior parte di Forza Italia, che mi hanno assicurato personalmente il loro attivo coinvolgimento nella campagna per il no al referendum. Quasi tutti provengono dalla società civile, professionisti e imprenditori che sono ritornati alle attività che svolgevano prima dell'impegno parlamentare» annuncia Schifani. «La loro determinazione e il loro fermo convincimento - continua il senatore azzurro - mi hanno indotto a organizzare domani a Roma, a palazzo Giustiniani, un convegno sulle ragioni del No. Molti dei 120 ex parlamentari mi hanno garantito la loro presenza, arricchito da insigni costituzionalisti e da tantissimi giovani che si riconoscono nei nostri valori». Dopo la mia introduzione - anticipa Schifani - seguiranno gli interventi del presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, e dell'avvocato Giulia Buongiorno. L'incontro darà poi ampio spazio alle preziose riflessioni di Paolo Guzzanti, Alessandro Meluzzi, Carlo Scognamiglio, l'ex ministro Antonio Guidi e molti altri. Sarà un evento improntato alla sobrietà e all'indicazione dei punti della riforma che ci portano a dire no a un tentativo di insediare un sistema di governo monocratico, allo svuotamento dei poteri delle Regioni, a un iter legislativo confuso e pericoloso, e a un indebolimento sostanziale delle garanzie del sistema Paese».

Forza Italia, insomma, si muove sul referendum, e prepara anche l'appuntamento di sabato a Milano organizzato da Mariastella Gelmini. La Lega, invece, sceglie di muoversi in solitaria e con Matteo Salvini chiude la porta al vertice romano con gli alleati. «Nessun vertice in agenda. Non è più tempo di vertici. Più che fare vertici, incontrerò imprenditori, artigiani, medici per spiegare perché bisogna votare No al referendum». Un affondo che provoca qualche malumore anche in Fratelli d'Italia visto che era stata proprio Giorgia Meloni ad annunciare il vertice. Per FdI l'uscita del segretario leghista serve a pompare la manifestazione anti-Renzi del 12 novembre a Firenze. In ogni caso non è escluso che Berlusconi venga comunque a Roma (dove manca da giugno) e possa avere incontri con quegli esponenti di Fi che vogliono capire se e come mettere in campo la conferenza programmatica che il presidente azzurro dovrebbe aprire e chiudere, mentre per la Lega potrebbe incontrare Giancarlo Giorgetti.

Se Schifani mobilita gli ex, Ciro Falanga parlamentare ora nel gruppo Ala di Denis Verdini - gruppo schierato convintamente per il «Sì» - nel corso di un convegno a Policastro, davanti a molti dirigenti azzurri, rivela: «Ho un certo pudore a parlare del ddl Boschi perché tanta gente che lo ha votato ora fa la battaglia per il No.

Io, al contrario, sono più titolato di altri a dire No perché non mi sono mai presentato in aula a votarlo».

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