Cronache

Al controllo è tutto in regola Ma l'Inail gli chiede il conto

Gli ispettori passano al setaccio un negozio, non trovano irregolarità e alla fine presentano una fattura da 480 euro: tassa per il lavoro fatto

Al controllo è tutto in regola Ma l'Inail gli chiede il conto

Quando si dice «cornuto e mazziato»: un commerciante di Belluno non solo ha subito un'ispezione da parte degli ispettori dell'Inail - cosa che, diciamolo, già di per sé non è molto piacevole - ma ha dovuto anche pagare per essere controllato. Ed il conto presentato dagli ispettori alla fine del loro lavoro, è stato pure salato: 480 euro.

La vicenda, al limite del paradosso, ha per protagonista (involontario) un giovane commerciante che solo di recente ha aperto la sua attività e, naturalmente, aveva presentato tutta la documentazione necessaria attraverso un'autocertificazione, ricevendo poi le autorizzazioni per aprire il suo negozio di generi alimentari. Era quindi, almeno sulla carta, in regola. Pochi giorni dopo, però, il caso ha voluto che sia stato estratto a sorte dalla banca dati, per ricevere un'ispezione.

Fin qui nulla di strano. Una volta arrivati in bottega, gli ispettori hanno diligentemente eseguito il loro mestiere, verificando la conformità di impianti e attrezzature, ed hanno appurato la relativa idoneità. Tutto in a posto, dunque: niente sanzioni e soprattutto la certezza di poter avviare la propria attività senza problemi. Ma proprio quando il negoziante cominciava a tirare un sospiro di sollievo, ecco la sorpresa. Subito dopo il sopralluogo, ribadendo che era tutto in regola, gli ispettori dell'Inail gli hanno presentato il conto. E che conto: 480 euro per aver fatto il loro lavoro di controllori. Ci si chiede perché allora lo Stato (cioè noi) gli paghi lo stipendio.

Si può immaginare la faccia del commerciante che, ricevuta la fattura, non voleva credere ai suoi occhi. Subito avrà pensato fosse una sanzione per qualche irregolarità rilevata dagli ispettori nel negozio ma quando poi ha chiesto spiegazioni, gli è stato chiaramente detto che quella non si trattava di una multa ma bensì il conto da pagare per aver subìto il controllo. Davvero una bastonata, che ha lasciato di stucco anche l'Ascom, l'associazione che riunisce e tutela i commercianti. «I controlli sono previsti per legge e noi siamo i primi a dire che vanno fatti - afferma Luca Dal Poz, direttore dell'Ascom di Belluno - ma che questi siano pagati dal chi è controllato è veramente una beffa che non possiamo accettare». A rincarare la dose è il presidente bellunese Paolo Doglioni: «Non ci sono parole per commentare quanto è accaduto. Se nulla abbiamo contro gli ispettori che eseguono il loro lavoro, è però da condannare uno Stato che non fa altro che martellare i commercianti che già sono schiacciati da burocrazia e tasse inique. In un periodo come questo, in cui il settore vive una crisi forte, è davvero fuori da ogni logica che vi siano leggi simili, che invece di sostenere il commercio, lo aiutano a morire.

Come vicepresidente vicario di Confcommercio Veneto - conclude il presidente Doglioni - chiederò un'azione forte, una presa di posizione che non lasci spazio ad equivoci, contro delle disposizioni assurde, che tengono il settore del commercio sempre sotto scacco».

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