Barcellona sotto attacco

Contrordine, l'assassino è in fuga

Caccia in Francia a Younes Abouyaaqoub. Scontro tra governo e autorità catalane

Contrordine, l'assassino è in fuga

Barcellona È caccia aperta all'ultimo baby terrorista della cellula islamista che ha portato la morte in Catalogna. I corpi di polizia spagnola e catalana stanno battendo ogni zona della regione e dei confini nazionali per fermare Younes Abouyaaqoub, 22 anni, ritenuto il potenziale leader dei due gruppi che hanno colpito Barcellona e Cambrils giovedì scorso, uccidendo 14 persone e ferendone una novantina. Il giovane sarebbe in fuga verso il nord della Spagna ed è probabile che abbia passato il confine con la Francia, non si esclude che possa essere stato lui a fare strage di turisti sulla Rambla de Canaletes giovedì pomeriggio, invece che Moussa Oukabir.

La mente degli attentati, invece, secondo le autorità spagnole, sarebbe il quarantenne imam Abdelbaki El Satty, morto nell'esplosione di mercoledì notte ad Alcanar Platja. L'imam abitava a Ripoll, cittadina al confine con la Francia dove vivevano i fratelli marocchini, naturalizzati spagnoli, Driss e Moussa Oukabir. Secondo El Paìs El Satty aveva legami con alcuni degli arrestati per la strage dell'11 marzo del 2004 a Madrid ed era uscito di prigione nel gennaio 2012 dopo aver scontato una condanna per reati legati all'immigrazione. Attorno ad El Satty si sarebbe radicalizzato il gruppo di baby terroristi, tutti marocchini. Sembra che El Satty, dopo gli attentati, volesse far ritorno in Marocco dove ha moglie e figlio.

Nel frattempo, come riferisce Site, è giunta una nuova rivendicazione Isis sugli attentati. Un secondo comunicato pubblicato su Telegram dice: «Oltre 120 crociati ed ebrei feriti o uccisi da jihadisti che hanno agito in due gruppi». E nonostante la tensione e la caccia all'ultimo terrorista, l'allerta rimane a livello quattro, come due anni fa. Portarla a 5 avrebbe permesso a Madrid di mobilitare cinquemila militari delle forze armate in difesa di punti strategici come aeroporti e centrali nucleari (7 in funzione).

Il ministro degli Interni Juan Ignacio Zoido ha spiegato che «non esiste la minaccia imminente di un nuovo attacco» e che «la cellula dietro gli attentati è stata smantellata», parole ricorrette dal collega catalano, Joaquim Forn: «Manca ancora un terrorista, le operazioni non sono ancora concluse».

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