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Il Copasir: rischio significativo E il governo punta sulla cultura

Laura CesarettiRoma Ad ora, «una minaccia specifica per l'Italia non risulta», ma «le misure di sicurezza necessarie sono tutte state messe in campo». Con i capigruppo di maggioranza e opposizione, convocati a Palazzo Chigi all'alba come dopo gli attentati di Parigi, Matteo Renzi fa il punto della situazione all'indomani delle stragi e ribadisce la linea: richiama alla necessità di azione comune contro il terrorismo nell'Ue, rilancia il ruolo decisivo della cultura: «Serve un gigantesco investimento culturale e sociale per sconfiggere minacce nate e cresciute in Europa». Il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti, non fa sconti al Belgio e alle molteplici falle nei suoi sistemi di sicurezza: «Sta all'Europa come la Tunisia sta al nord Africa», spiega con un parallelo allarmante, e «il livello di radicamento del terrorismo jihadista a Molenbeek è come quello della ndrangheta a Platì». Il premier sottolinea che ora «è necessario stringere sui meccanismi di intelligence fra i paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa». Il clima della riunione è sobrio, la richiesta del governo di coesione nazionale davanti ad un pericolo comune per una volta non cade nel vuoto: per una mezza giornata persino i grillini evitano le consuete grevi polemiche (i due capigruppo Cinque Stelle di Camera e Senato, presenti al summit, non aprono bocca), i leghisti si limitano a qualche borbottio di circostanza («Non si combatte il terrorismo con i maestri»), il presidente dei deputati di Fi Renato Brunetta parla invece di «riunione costruttiva». Anche se, fa notare ironico il capogruppo del Misto Pino Pisicchio, «non ci sono state date informazioni riservate altrimenti, visto il numero dei presenti e la diffusa ansia di protagonismo, l'Isis ne sarebbe stato immediatamente messo al corrente». Nel pomeriggio, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi si riunisce per ascoltare il direttore dell'Aisi Arturo Esposito. Secondo le cui valutazioni, spiega il presidente del Copasir Giacomo Stucchi, il livello di rischio per attacchi terroristici in Italia è «significativo», ed è necessario «tenere alta la guardia, sapendo che i possibili obiettivi sono innumerevoli» e che «i jihadisti cercano il gesto eclatante, con un alto numero di vittime per avere maggiore risonanza».

Non c'è comunque, conferma, «alcun riscontro su cellule terroristiche nel nostro Paese».

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