Cronache

La "coppia acida" avrà un figlio. Ma glielo toglieranno subito

Il giudice dovrà decidere la sorte del bambino degli "amanti diabolici" che sta per nascere. Drammatica in ogni caso

Martina Levato, arrestata per l'aggressione con l'acido al 22enne Pietro Barbini
Martina Levato, arrestata per l'aggressione con l'acido al 22enne Pietro Barbini

Comunque lo si guardi, un brutto momento: uno di quei crocicchi dove le ragioni della legge intersecano quelle dell'umanità, delle emozioni e in questo caso persino del subconscio. Ed alla fine non si può che compatire i giudici cui toccherà dover tagliare il nodo. Il caso di Alex Boettcher e Martina Levato, i due amanti («diabolici», in tutte le più ovvie definizioni) accusati di almeno tre aggressioni a base di acido muriatico, a partire da oggi affronta lo scoglio più impervio. Perchè lei, Martina, è incinta di lui, Alex, da nove mesi: e oggi, col parto ormai imminente, la ragazza è attesa davanti al tribunale della Libertà, che dovrà decidere sulla sua richiesta (già respinta dalla Procura e dal giudice) di essere liberata almeno per partorire. E decidendo della sorte di Martina il tribunale dovrà decidere anche sulla sorte del bambino che si appresta a nascere, e la cui vita (senza bisogno di scomodare Freud) sarà segnata per sempre dal modo in cui un giudice programmerà le sue prime ore.

La situazione è, dal punto di vista legale, piuttosto complessa. Alex e Martina sono già stati condannati a quattordici anni di carcere per l'ultima aggressione, quella che il 28 dicembre a Milano rovinò per sempre Pietro Barbini, già filarino di lei, bello e brillante rampollo della borghesia pariniana. Insieme alla condanna, i giudici hanno inflitto a Alex e Martina lo stato di interdizione legale: non potranno mai ricoprire cariche, neppure quella di genitori. Per lo Stato, non ne sono nè degni, nè all'altezza. Il problema è che la condanna non è definitiva, e quindi il bimbo che dovrebbe nascere secondo i calcoli dei ginecologi intorno al 18 agosto sarebbe figlio loro, almeno fino alla chiusura del processo, e cioè almeno per qualche anno. Già così, ce n'è abbastanza per immaginare un percorso di vita difficoltoso, per il povero e innocente neonato: che crescerebbe accanto a sua madre, in un reparto carcerario o in una struttura protetta per detenute-madri, per poi essere assegnato a genitori perbene e nuovi di zecca.

Ma il percorso che si sta preparando per i prossimi giorni è ancora piu brusco. Perché tanto la Procura della Repubblica che la giustizia minorile si stanno dando da fare perché il bambino venga tolto a Martina. È un caso praticamente senza precedenti, perché per legge l'intervento della giustizia minorile avviene quando il bambino è già al mondo, e la necessità di tutelarne gli interessi, togliendolo ai genitori naturali in nome del suo stesso bene, emerge quando le sue difficoltà sono testate sul campo. Il caso dell'acido dà invece vita a una sorta di adottabilità preventiva, stabilita prima ancora che la nuova vita veda la luce. In questo momento un fascicolo non c'è, perchè non c'è ancora un bambino: ma a Milano tutto è pronto perchè, appena nascerà, la macchina della giustizia faccia il suo corso.

Il problema è che il bambino non potrà venire dichiarato adottabile, perchè non è in stato di abbandono, visto che non solo la madre è disposta a tenerlo con sè in carcere, ma che anche i nonni sono pronti a farsene carico. E così probabilmente si ricorrerà, con un provvedimento d'urgenza, all'articolo 333 del codice civile, che regola i casi in cui la condotta del genitore è «pregiudizievole» ai figli. Ma se davvero il tribunale dei minori di Milano prenderà questa strada, cosa avverrà in concreto? Si manderanno gli assistenti sociali nella sala parto della Mangiagalli, per strappare dal grembo materno il neonato appena sbucato, allontanandolo da un seno carico di latte per nutrirlo a latte in polvere? O si permetterà invece che per qualche giorno o qualche settimana Martina e il bambino vivano insieme, e che oltre al legame biologico si crei quello della pelle, della voce, degli odori, per poi recidere tutto quanto? La strada più probabile, spiegano gli addetti ai lavori, è la prima: il bambino verrà tolto a Martina appena nato («glielo faranno vedere e glielo porteranno via», ipotizza un esperto), ricoverato nel reparto di pediatria neonatale, il Comune di Milano verrà nominato suo tutore, e nel giro di una decina di giorni una famiglia verrà scelta come affidataria. Il bambino crescerà con essa, ma Alex e Martina potranno vederlo, nel corso della lunga pena che li attende.

Le imprese della coppia dell'acido sono terribili, ma il futuro del loro bambino non può essere guardato senza angoscia.

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