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Corea, idoli musicali minacciati dalla leva: le fan protestano (e convincono il premier)

I Bts hanno un successo mondiale. Ma a Seul rischiano due anni sotto le armi

Corea, idoli musicali minacciati dalla leva: le fan protestano (e convincono il premier)

Traditi da quello stesso Paese che stanno rendendo famoso nel mondo. Se milioni di ragazzine sparse per i cinque continenti stanno diventano esperte di Corea del Sud, è grazie a loro. E, proprio ora, la stessa Seul decide di farsi viva, ricordando alle sette giovani star i loro doveri di cittadini. Tra cui - incubo delle fan - il servizio militare, che li terrebbe lontani dai palchi per quasi due anni. Le teenager sono già sul piede di guerra e pare che stiano facendo breccia nelle istituzioni del Paese asiatico, tanto che il premier ha aperto alla possibilità di rivedere le regole per l'esenzione dalla leva, oggi concessa in casi molto rari, ad esempio agli atleti premiati in competizioni internazionali.

I Bts - Bangtan Sonyeondan, in coreano «Boy scout a prova di proiettile» - dal 2013, quando è nata la boy-band, a oggi hanno creato un impero con ben pochi precedenti. Esponenti del k-pop, il pop in salsa sudcoreana, hanno tra i 21 e i 26 anni. Nonostante la giovane età hanno pubblicato già 8 album e messo in tasca, tra gli altri, due traguardi notevoli: due primi posti nella prestigiosa classifica Usa «Billboard 200» - primi sudcoreani a piazzarsi in testa - e, con l'ultimo singolo pubblicato a fine agosto, Idol, hanno battuto il record detenuto finora dalla statunitense Taylor Swift con 45 milioni di visualizzazioni su YouTube in 24 ore. L'Ep da cui è tratto il singolo, Love Yourself: Answer, è stato primo su iTunes in 63 Paesi del mondo e il gruppo è entrato persino nel Guinness dei primati come band con il maggior numero di engagement su Twitter (16,2 milioni di seguaci). Si potrebbe andare avanti ancora, tra numeri a sei cifre e rare schiere di teenager adoranti. Con il loro stile eccentrico, colorato e sognante, i Bts stanno esportando la cultura sudcoreana nel mondo. Con tematiche tutt'altro che scontate: dalla ricerca della felicità alla piaga del bullismo scolastico. Trovando anche il tempo per fare beneficenza, ad esempio con Unicef.

Un successo e uno stile di vita che sembrano incompatibili e anacronistici se accostati con la realtà severa del Paese d'origine, assai rigido sul servizio militare che deve servire come deterrente nei confronti dell'imprevedibile Corea del Nord. Tutti i maschi tra i 18 e i 35 anni - le donne sono esentate, ma possono arruolarsi volontariamente - devono «scontare» 21 mesi di leva obbligatoria. Ma proprio la mobilitazione delle giovani fan potrebbe graziare la boy-band. Dopo l'ondata di proteste recapitate al governo di Seul, qualcosa sembra essersi mosso. Il premier Lee Nak-yon ha invitato i militari a «trovare misure più ragionevoli che riflettano le crescenti richieste della popolazione» in materia di «naja». Dal canto loro, i vertici dell'esercito sono divisi: da un lato trapela l'intenzione di ridurre ulteriormente il numero delle esenzioni concesse, dall'altro stanno meditando sulla possibilità di tagliare i militari dalle 618mila unità attuali a 500mila e di accorciare il servizio militare a 18 mesi. La stessa opinione pubblica è spaccata a metà: il 48% è favorevole ad ampliare la platea di cittadini meritevoli di essere esentati, mentre il 44% è contrario. I diretti interessati non si sono ancora espressi, ma il tour mondiale - Stati Uniti, Europa e Asia - lascia intendere che non abbiano alcuna intenzione di scendere dal palco per indossare la divisa.

L'unico esercito con cui vogliono avere a che fare è quello delle fan, pronte (di nuovo) a fare la storia per i loro beniamini.

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