Mondo

È corsa ai cyber armamenti Quanto è ipocrita negarlo...

È corsa ai cyber armamenti Quanto è ipocrita negarlo...

Nel «Dottor Stranamore» di Kubrick l'incubo atomico era visivamente rappresentato dal guerrafondaio americano con sigaro e pantaloni da cowboy che cavalca una bomba atomica sganciata sui comunisti sovietici roteando felice e appagato il suo cappello a larghe falde. Oggi l'arma-fine-di-mondo, per restare a quel linguaggio, è fatto di un mouse, un server, un led che occhieggia verdastro e nemico dal retro del televisore di casa vostra. WikiLeaks afferma di avere sganciato 8.761 documenti che mostrano e dimostrano come la Cia, il Grandissimo Fratello orwelliano e anche grande piovra, si insinua nell'iPhone o nel Samsung di chiunque, in ogni computer, in ogni telefono fisso, televisore, o server. Ovunque. E in Cina? E in Russia? In Francia e in Germania dove pure non scherzano quanto a intercettazioni? Sappiamo che il Regno Unito penetra e tace, senza orgasmi per la stampa. Sappiamo anche che la Germania della Merkel (già intercettata dagli americani) ha armi cibernetiche, ma che anche tutti gli altri le hanno o le rubano o le copiano. I russi, rimasti indietro, hanno ricevuto proprio da Trump un kit con le ultime meraviglie della tecnologia, per aggiornare il loro software della piccola spia ex Kgb, ma nessuno confessa e più che altro nessuno controlla.

La Cia (che è soltanto una delle diciassette agenzie di spionaggio americane) immagazzina ogni giorno milioni di informazioni che diventano miliardi, ma non si sa come se ne serve. Dovrebbe disporre di un esercito di entità pensanti capaci di selezionare, leggere, valutare. Occorrerebbe un mondo parallelo di unità capaci di compiere un lavoro extraterrestre. È lì che si gioca la vera partita, perché questo mondo parallelo di decrittatori, intrusoidi, spionastri, ordinatori, esiste ed è fatto di robot semiumani, come rivelano i giapponesi che sono così avanti nella ricerca e produzione robotica da essere alle soglie del nuovo mondo previsto poeticamente dalla piovosa e decadente Los Angeles abitata da umani non del tutto umani che faceva da sfondo a «Blade Runner» di Ridley Scott.

I nuovi robot provano o simulano sentimenti, per ora sono fedeli ma potrebbero avere qualche grillo per la testa, diventando spartachisti ribelli: tutto questo non è fantascienza, ma il nuovo fronte della guerra. Ciò che WikiLeaks dimostra è che siamo molto oltre i tempi delle armi atomiche, alle quali spetta semmai il ruolo di giustiziere finale: siamo invece nell'epoca di guerre reali che si combattono in un universo parallelo che sputa e assorbe mostri. L'America è probabilmente più avanti di tutti e quando Donald Trump proclama di volere per il suo Paese l'armata più forte di tutti i tempi e di tutte le altre potenze del mondo messe insieme, non intende riferirsi soltanto a cannoni, navi, missili e armi nucleari, ma prima di tutto gli armamenti del futuro già passato che si fonda sul controllo territoriale «a uomo» su tutto il pianeta, spremuto ogni giorno e ogni ora come un'unica multipla fonte di informazione buona per il commercio e le aziende americane, buona per la politica, per il controllo degli alleati e dei loro leader, persino per la diffusione delle major distributrici di film e musica come Netflix o Amazon.

Corollario numero uno: tutto ciò che oggi accade nel mondo dello spionaggio (parola decrepita come l'arsenico e i vecchi merletti) sfugge al controllo delle autorità inquirenti, delle procure, della burocrazia. Quando Trump dice che Obama gli ha fatto mettere sotto controllo i telefoni della Trump Tower, il suo castello d'oro massiccio sulla Fifth Avenue, può darsi che dica una sciocchezza, ma nessuno oggi può dire che è sicuramente falso, perché il Presidente da tempo ha gli strumenti sia tecnologici che giuridici per fare esattamente quel che gli pare. Obama aveva anche, con la sua arietta da intellettuale pacifista, la passione per gli omicidi guidati attraverso i droni che lui stesso approvava, e faceva uso massiccio di tutti i congegni che la tecnologia consegnava alla Cia, ma anche alla Dia e all'Fbi.

Oggi alla Casa Bianca nessuno commenta ufficialmente, ma soltanto a mezza bocca.

Commenti