Cronache

Così crescono e dobbiamo fidarci

«Papà sono in terza media. Non osare presentarti a scuola per venire a prendermi» è la dichiarazione di «guerra» di mia figlia Beatrice

Così crescono e dobbiamo fidarci

«Papà sono in terza media. Non osare presentarti a scuola per venire a prendermi» è la dichiarazione di «guerra» di mia figlia Beatrice. Al canonico incontro a cena, quando tutta la famiglia ha un po' di tempo per se stessa, l'obbligo scaturito da un'ordinanza della Cassazione di andare a prendere i figli a scuola fino ai 14 anni ha avuto l'impatto di una «bomba». Beatrice, pochi mesi sotto la soglia, va da sola in classe, ogni mattina, dalla quarta elementare. Gli adolescenti difendono le loro piccole conquiste di autonomia con le unghie e con i denti. In questo caso, poi, sarebbe ingiusto regredirli a livello di bambini, che hanno bisogno di mamma o papà per tornare a casa.

Di fronte a se stessi e ai compagni di classe sarebbe una specie di «vergogna». E poi la stessa scuola dovrebbe servire a lanciare gli studenti nella vita staccandosi dal bozzolo dei genitori. A mamma e papà spetta il compito di far assumere ai figli, ogni giorno che passa, sempre più responsabilità con un minimo di sale in zucca. Per questo Beatrice va e torna sola da scuola. Certo viviamo nella tranquilla Trieste, che non nasconde insidie e pericoli più evidenti nelle grandi città. Però c'è sempre l'ansia da Whatsapp per il messaggio mattutino di nostra figlia, che ci avvisa di essere arrivata sana e salva sul banco di scuola. Lungo il tragitto passa vicino al giardinetto frequentato dai drogati e sull'autobus ogni tanto c'è qualche ubriaco o gente fuori di testa. Non solo: anche a Trieste è stato beccato un gruppetto di richiedenti asilo afghani che spacciava droga ai minorenni. Il ministro alla Pubblica istruzione Valeria Fedeli, che ha caldeggiato il rispetto dell'obbligo dei genitori di andare a prendere i figli dopo il suono del campanello, vive sulla Luna.

L'aspetto più paradossale è che continueranno ad andare a scuola da soli al mattino. E mi chiedo cosa cambia fra un teenager di 13 anni e uno di 14, che invece può tornare da solo? Per non parlare del caos familiare se entrambi i genitori lavorano e gli orari non coincidono con quello scolastico. La battuta del ministro sui nonni e il grande piacere di andare a prendere i nipotini con l'aggiunta di un «potessi farlo» ha sollevato la furia di tanti genitori, che magari vivono in altre città rispetto al resto della famiglia. Non solo sembra che il ministro viva sulla Luna, ma solo in ritardo si è allineata alla proposta di buon senso della deputata Pd per la scuola, Simona Malpezzi.

Basta approvare velocemente una norma in Parlamento che permetta ai genitori di decidere se far tornare i figli da soli a casa o meno, senza alcuna responsabilità per la scuola, come di fatto avveniva fino a oggi.

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