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Così Forza Italia smaschera le contraddizioni di Palazzo

Gli azzurri protagonisti del successo della piazza Sì Tav. "Chi governa deve risolvere i problemi, non manifestare"

Così Forza Italia smaschera  le contraddizioni di Palazzo

La folla di Torino smaschera alcune contraddizioni del governo gialloverde. Contraddizioni e paradossi che Forza Italia, scesa compatta al fianco dei sostenitori della linea Lione-Torino, vuole rimarcare. Soprattutto perché le prossime scadenze elettorali possono portare anche il giudizio degli elettori sulle stesse contraddizioni. Antonio Tajani, per esempio, ha lanciato dalla piazza dell'Aquila (dove si vota per le regionali il prossimo 10 febbraio) un monito severo al governo di Giuseppe Conte. E proprio sul tema della Tav. «Questo esecutivo - ha detto il presidente del Parlamento europeo - fa troppo poco per le infrastrutture. Nella manovra non c'è traccia di investimenti». D'altronde, aggiunge, è una coalizione contro natura. Tant'è vero che nella piazza torinese erano in tanti gli esponenti di spicco del Carroccio che gridavano in favore del cantiere tanto contestato (e sul cui destino pende ancora il giudizio di Palazzo Chigi).

E chi ha buona memoria, come il deputato forzista Andrea Ruggieri, non può che divertirsi a fare paragoni tra la Lega di oggi e i rifondaroli comunisti alla Paolo Cento che prima partecipava ai vertici di Palazzo Chigi (governo Prodi) e poi scendeva in piazza a protestare contro il precariato (erano lontani i tempi del Jobs act). Anche Vincenza Labriola, deputata, sottolinea le contraddizioni del Carroccio di lotta e di governo. «Va bene ascoltare le piazze - commenta - ma chi è al governo dovrebbe sciogliere i nodi a Palazzo Chigi, non nelle manifestazioni di protesta». «In nome della trasparenza - aggiunge la parlamentare azzurra - è urgente rendere pubblica l'analisi costi-benefici, per avviare un dibattito istituzionale in merito. Non è posticipando le decisioni che in Italia si creerà benessere. Semmai, così si danneggia l'economia».

Al mittente, poi, respingono la proposta di Salvini di un referendum popolare sul contestato cantiere Tav. «Di fronte a una manifestazione come questa - spiega il deputato azzurro e coordinatore abruzzese Antonio Martino - non c'è bisogno di alcun referendum. Imprenditori, lavoratori e cittadini sono di nuovo in piazza. È un'onda arancione che non si arrende al ritorno al Medioevo e alla decrescita infelice che vorrebbero imporci Di Maio e Toninelli». E proprio sul ministro delle Infrastrutture cade l'accusa di Giorgio Mulè, portavoce di Forza Italia. «Affermare che il governo ha l'obbligo di usare al meglio i soldi degli italiani - dice Mulè - è una toninellata galattica. Che dire allora del reddito di cittadinanza? Da quale entità superiore Toninelli ricava che quei miliardi degli italiani siano ben spesi?»

Il cantiere dell'alta velocità d'altronde è uno dei nodi principali della politica «europea» del Paese e il tema finisce inevitabilmente per confluire nella campagna elettorale per il voto di maggio. Nel momento in cui Salvini cerca di stabilire alleanze europee per costituire una sorta di polo «sovranista» (vedi il suo recente viaggio in Polonia), Forza Italia smaschera tutte le debolezze di questo progetto e proprio per voce di Antonio Tajani.

«D'altronde - riconosce il vicepresidente di Forza Italia - non esiste un'internazionale europea sovranista, perché per loro natura i sovranisti sono l'uno contro l'altro».

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