Elezioni Regionali in Sicilia

"Così ho riunito gli alleati al tavolo"

Il coordinatore Fi in Sicilia: "Se vinciamo è possibile arrivare al 40% alle Politiche"

"Così ho riunito gli alleati al tavolo"

Palermo - Comunque vada, e i presupposti per un bis del 61 a 0 del 2001 ci sono, Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha già vinto. Perché è a lui che è riuscito quella specie di miracolo che è il centrodestra unito in Sicilia attorno al nome di Nello Musumeci.

Onorevole Miccichè, come ha fatto?

«Ho lavorato molto su due campi. Da un lato la convergenza dei partiti del centrodestra sulla candidatura di Musumeci. Mi sentivo non dico colpevole, ma responsabile della sconfitta della coalizione di cinque anni fa, quando obbligato a candidarmi contro Musumeci abbiamo perso. Avevo giurato a me stesso che avrei fatto il possibile e l'impossibile per non arrivare a una seconda spaccatura. E non era facile perché la fuga in avanti di Musumeci a molti non era piaciuta».

E il secondo fronte?

«Ho spinto Alfano a una decisione netta tra sì e no. Il suo no mi ha permesso di convincere molti dei suoi a schierarsi col centrodestra. E questo ci porterà alla vittoria, ci dà due tre punti in più che possono farci vincere».

Ha anche riunito attorno allo stesso tavolo, a cena, i tre leader, Berlusconi, Salvini, la Meloni. Com'è andata?

«Bene, molto bene. Speravamo di riunirli sul palco, non siamo riusciti per problemi logistici».

Quanto è esportabile questo modello Sicilia a livello nazionale, soprattutto al Nord dove la Lega ha un peso superiore?

«Se noi qui riusciremo ad avvicinarci al 40% sarà la dimostrazione che fuori dalla Sicilia l'obiettivo 40% per il centrodestra è realizzabile. Se in Sicilia si raggiunge il 35% è chiaro che a livello nazionale il 40% è alla nostra portata senza creare alleanze anomale. In questo dò ragione a Salvini. Anche io spero che non sia necessario allearsi col Pd. Se noi dovessimo vincere qui in Sicilia, dove sia la Lega sia Fdi sono meno presenti, allora a livello nazionale possiamo farcela».

Torniamo in Sicilia. E al leit motiv di questa campagna elettorale siciliana, quello degli impresentabili.

«Il problema degli impresentabili dovrebbe essere quello dell'inquinamento della politica. Non siamo più negli Anni '70 o '80, la gente col web ha molte più notizie. Ma i nostri avversari, non avendo un programma vero, parlano degli impresentabili. Pensano davvero che la Sicilia si salvi dimezzando gli stipendi dei deputati, cosa che Cancelleri non può nemmeno fare? Noi abbiamo un programma che può salvare la Sicilia portando uno sviluppo reale: meno tasse, via il bollo auto e la tassa sulla prima casa, la riapertura dei cantieri. Opponiamo la politica del fare al nulla dei Cinque stelle. Il modello Sicilia lo conosciamo, era il governo di Crocetta col M5s, gli hanno votato l'80% dei provvedimenti. E guarda caso in radio Crocetta ha fatto capire che finge di votare Micari ma vota Cancelleri. Il loro programma di rilancio della Sicilia è arrestare le persone e dimezzare gli stipendi dei deputati.

Non posso credere che i siciliani gli vadano dietro».

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