Cronache

"Così tablet, pc e cellulari ci cambiano il cervello"

L'allarme dell'oncologo francese sulle onde elettromagnetiche: «Abbassano il Qi dei bambini e creano danni pure agli adulti»

"Così tablet, pc e cellulari ci cambiano il cervello"

Parigi Esiste un archivio, il più grande del mondo, curato da un importante (e divisivo) medico francese considerato un luminare ma guardato anche con qualche sospetto dalla comunità scientifica transalpina. In quei file, in quelle cartelle, sono stati ordinati fatti e dati sui danni causati dalle onde elettromagnetiche. Lui è Dominique Belpomme, 76 anni, professore di oncologia presso l'Università Paris-Descartes, che si è preso la responsabilità di una sintesi. Risultato: codice rosso, pericolo grave, specialmente se saremo sotto la cappa del 5G. Non c'è da scherzare. Belpomme è famoso per avere pubblicato tre anni fa una rassegna molto preoccupante sull'elettrosensibilità e perché grazie a lui la Francia ha riconosciuto per la prima volta su base nazionale un caso di invalidità per allergia alle onde elettromagnetiche. I loro effetti sul cervello, secondo lui poco percepiti dall'opinione pubblica, possono ridurre le capacità di apprendimento di bambini e adolescenti diminuendone addirittura il quoziente intellettivo. E se non si prendono provvedimenti le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.

«Numerose ricerche spiega - evidenziano un legame tra l'esposizione alle radiofrequenze e la modifica della corteccia celebrale e la riduzione del numero dei neuroni». Troppo presto per parlare di causa-effetto, ma i dati fanno impressione. «Un recente studio americano continua - ha dimostrato che i bambini e gli adolescenti fino ai 17 anni che abusano della tecnologia senza fili hanno una perdita del quoziente intellettivo di 6/7 punti. Un serio problema per il futuro dell'umanità».

L'80 per cento dei bambini dai 3 ai 6 anni è in grado di usare tablet e cellulari.

«Un problema gravissimo, un po' perché il loro sistema nervoso è in fase di sviluppo, un po' perché fisicamente la circonferenza del cranio è più piccola e quindi penetrabile in profondità rispetto a quella di un adulto. Una telefonata di soli due minuti può alterare l'attività naturale del cervello di un bambino fino a un'ora dopo la conversazione telefonica, perché le onde radio penetrano in profondità all'interno del cervello. Ho visto neonati piangere ininterrottamente alla presenza di una fonte Wi-Fi, perché la presenza delle onde elettromagnetiche provocava loro forti dolori alla testa».

Bisogna prendere precauzioni anche in gravidanza?

«Già a partire dalla gravidanza la madre, per il bene del nascituro, dovrebbe usare il computer solo quando è connesso via cavo e dovrebbe utilizzare il cellulare il meno possibile, perché le radiazioni sono molto tossiche per il bambino. Le donne in gravidanza che usano molto il cellulare aumentano del 54% il rischio della comparsa nei nascituri di iperattività e difficoltà emozionali. Ma il rischio più grande è che si sviluppino diabete, malattie della tiroide, cancro e altre anomalie cellulari che si riveleranno poi nell'adulto».

Quali sono i principali sintomi che si manifestano nei bambini troppo esposti?

«Insonnia, difficoltà ad addormentarsi, turbe del comportamento come irritabilità, deficit dell'attenzione soprattutto a scuola. Purtroppo, si tende ad attribuire a questi comportamenti solo un'origine psicologica, ma molto più spesso di quanto si creda la causa è l'esposizione prolungata ai campi elettromagnetici. Anche la dislessia e la disgrafia possono essere una conseguenza di questa sovraesposizione».

Questi effetti sono irreversibili?

«Sì, se non si corre al riparo al manifestarsi dei primi sintomi. I genitori, invece di vantarsi delle abilità tecnologiche dei loro figli, dovrebbero stare molto attenti a fare usare i cellulari e tablet ai loro bambini. Un mio paziente di 14 anni dopo avere dormito per quattro o cinque anni con il cellulare acceso sul cuscino vicino all'orecchio è stato colpito da sintomi che erano gli stessi dell'Alzheimer: aveva perso il senso dell'orientamento e per muoversi doveva essere tenuto per mano dalla madre. Comportamenti che non sono normali a quell'età e che sono stati provocati sicuramente dalla presenza del cellulare vicino alla testa durante il sonno».

Per l'adulto esistono sintomi premonitori?

«All'inizio si può avvertire una sensazione di calore all'orecchio durante l'utilizzo troppo prolungato del telefono cellulare. Può anche comparire un formicolio alla mano, con la quale si regge il telefono, o alla mano più usata sulla tastiera del computer. Se quando compaiono questi primi segni non si prendono provvedimenti, molto rapidamente si manifesteranno sintomi molto più gravi come acufeni, formicolii su tutto il corpo, giramenti di testa a volte accompagnati dalla perdita dell'equilibrio. Sintomi che annunciano l'arrivo di una patologia grave e ai quali possono aggiungersi in breve tempo turbe cognitive come perdita di memoria, problemi di attenzione, perdita dei ricordi».

I suoi studi confermano che l'aumento delle intolleranze chimiche sia legato all'elettrosensibilità?

«I soggetti che hanno un'intolleranza alle radiazioni elettromagnetiche possono più facilmente diventare sensibili a tutte le altre sostanze chimiche. Le due intolleranze vanno di pari passo. Viceversa, una sensibilità ai prodotti chimici potrebbe evolvere in una ipersensibilità alle onde elettromagnetiche».

I pareri della letteratura scientifica internazionale talvolta sono contrastanti?

«Credo che questo avvenga per l'interferenza delle lobby, che non permettono di dire la verità sui danni provocati dalla tecnologia senza fili. Nel mondo sono stati pubblicati seimila articoli scientifici che dimostrano la tossicità delle radiazioni elettromagnetiche. Ci sono prove inconfutabili sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sull'organismo umano, sulle piante e sugli animali, dimostrate dagli studi di tutto il mondo. In Russia già molti anni fa gli studiosi in materia hanno dimostrato che durante la Seconda guerra mondiale l'utilizzo prolungato nella Steppa dei dispositivi radio provocava ai militari perdita della memoria, deficit dell'attenzione e mancanza di concentrazione. La scoperta della tossicità delle radiazioni elettromagnetiche non è quindi una novità. La novità è che l'aumento dei dispositivi elettronici senza fili ci sta sottoponendo sempre di più alle frequenze di onde elettromagnetiche. Una mole che il nostro corpo non ha mai sperimentato in passato, per questo non riesce ad adattarsi ad esse così velocemente».

Esiste una cura?

«Le onde elettromagnetiche alterano la vascolarizzazione del talamo provocando perdita dell'equilibrio e formicolii. L'unico rimedio alimentare che fino ad oggi è stato provato è l'utilizzo di papaya fermentata conosciuta come Immun'Age. La stessa utilizzata da Giovanni Paolo II nel 2002. Nei miei pazienti che sono stati sottoposti al trattamento con la papaia fermentata, la vascolarizzazione del cervello si è ristabilizzata. Wojtyla infatti migliorò perché la vascolarizzazione danneggiata dal Parkinson ottenne un grande beneficio».

Ci sono altre precauzioni da prendere?

«Per esempio limitare a 20 minuti al giorno l'utilizzo del cordless e del cellulare con telefonate che non superino i 6 minuti ciascuna. Quando si è in casa o in ufficio e si deve utilizzare il computer (non più di sette ore al giorno) è consigliabile scegliere la connessione via cavo. È anche fondamentale accertarsi che nella propria abitazione ci sia l'impianto di messa a terra, spegnere gli apparecchi elettrici quando non si utilizzano, compresi quelli senza fili, eliminare le lampadine a basso consumo, perché possono provocare radiazioni elettromagnetiche pericolose, sostituendole con lampadine a incandescenza o a filamenti led. La notte non caricare mai il telefono sul comodino e ricordarsi di spegnere il modem. Ah, e contrariamente a quanto si crede, bisognerebbe cercare di utilizzare le cuffie il meno possibile: al contrario di quanto si pensa fungono da antenna e peggiorano la situazione.

Soprattutto quelle Bluetooth».

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