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Le cose urgenti da sistemare per far ripartire la scuola

Il Governo non è responsabile del Covid ma della pessima gestione del settore strategico dell’Istruzione sì. Intervenga il premier Conte altrimenti, se l’Europa ci ha salvati, l’Italia resta il peggior nemico di se stessa

Le cose urgenti da sistemare per far ripartire la scuola

Non possiamo negarlo. Sono ore delicatissime: il diritto all’istruzione non riparte, dopo che evidentemente anche la gara di appalto sui banchi a rotelle è andata deserta, per impossibilità strutturale ad essere presa in considerazione. Di conseguenza si impone il dovere si svegliare le coscienze. Quando si leggono certe notizie si ha la chiara percezione del male che sta affliggendo l’Italia: la più assoluta incompetenza del Movimento 5 Stelle che, cavalcando il malcontento popolare, con un consenso costruito su piattaforme frequentate da qualche migliaio di internauti, è arrivato al Governo tenendo in scacco la Nazione.

Incompetenza, mista a superficialità: la Ministra dell’Istruzione, rigorosamente assente dall’Aula mentre si discutevano le mozioni sulla scuola paritaria al Senato, ultime in ordine temporale, nella seduta pubblica del 21 luglio 2020 (http://www.ildirittodiapprendere.it/docs/speeches/mozione- scuole-paritarie-19072020_5f1499bd2e215.pdf) non ha fatto un’ottima figura…. Ma era presente come comparsa in TV, complici giornalisti furbi che, per amore dell’audience, la invitano, ridicolizzando lei e i banchi a rotelle per i ragazzi che a scuola non ritornano. Vilipese le istituzioni e, forse, anche il genere femminile, reso oggetto – stile velina o pupa - da una certa informazione spazzatura. Mai l’immagine delle istituzioni è scesa così in basso. Come il Premier possa tollerare un simile deplorevole spettacolo non si capisce. Mentre l’Italia offre all’Europa, al mondo, un goffo spettacolo di chi rappresenta la scuola pubblica tutta, paritaria e statale, in Europa le lezioni ripartono perché sono impostate su premesse di maturo spessore democratico.

Allora, ecco in sintesi alcuni spunti di ragionamento e riflessione. Il primo riguarda la mozione dei 5 Stelle, a firma della senatrice Granato: finalmente riconosce che pubbliche sono le scuole paritarie, quindi non c’è più tempo per l’ideologia. Richiede inoltre sulle paritarie controlli già in essere da vent’anni; il Governo, grazie al buon senso degli alleati e delle Opposizioni, chiede la riformulazione che Granato accetta e quindi, fatti salvi i controlli che già esistono, si accetta che si verifichi che i 300 milioni di euro siano utilizzati per scontare le rette. Ed è giusto. In ogni caso, sarebbe stato molto più lodevole che accanto a questa mozione si fossero votate quelle degli alleati Iv e delle opposizioni (FI-Udc-Lega-Fdi). Pari doveri sì, ma anche pari diritti. Perché il principio della laicità invocato dai 5 stelle Granato e Vacca in primis è ben lontano dalla laica Francia che garantisce alle famiglie di scegliere per i figli una statale o una paritaria a costo zero, avendo già pagato le tasse.

Poi, il tema della ripartenza. È abbastanza semplice per chi pratica i numeri e le leggi ed ha esperienza di scuola profetizzare in questa situazione, che piaccia o no. Si ribadisce: il diritto all’istruzione non riparte; a 40 giorni dalla riapertura della scuola è evidente che, se questa riparte, sarà a doppia velocità, per alcuni allievi sì e per altri no, in alcune regioni sì ed in altre no. L’Italia non può aspettare che il Movimento 5 stelle cambi nuovamente idea o perda i pezzi … Mossa intelligente sarebbe farsi da parte e consentire agli alleati e alle opposizioni di far ripartire la scuola. Quali soluzioni?

Ministro, scriva una circolare affinché i vari Direttori generali dei singoli Uffici scolastici abbiano chiaro, entro fine luglio, il fabbisogno di aule e docenti per l’a.s. 2020/2021, con le linee guida che si propongono alla presente e che hanno già una loro fattibilità. Si pensi poi ad una richiesta alle scuole paritarie che ne hanno la possibilità di siglare, nel rispetto dell’autonomia, patti educativi che si potranno tradurre concretamente nelle seguenti opzioni: si sposti una classe (allievi e docenti) dalla statale alla paritaria viciniore, oppure: si destini a quel 15% di allievi delle paritarie che non potranno più frequentarle una quota capitaria che abbia come tetto massimo il costo medio studente o il costo standard di sostenibilità per allievo. Continuando a perseguire la scellerata linea del Movimento 5 Stelle, i costi strutturali ammonterebbero a 10 miliardi, ai quali vanno sommati i 6 miliardi dei costi di gestione corrente: 16 miliardi in tutto! Infine, stabilizzazione dei docenti precari che sono in classe da più di 5 anni senza la costosa e inutile procedura del concorsone. Questo permetterà di ripartire celermente a settembre.

Per quanto riguarda, invece, i programmi più a lungo termine, si introduca in modo modulato il costo standard di sostenibilità per tutti gli studenti; si dia autonomia alla scuola statale e si liberi la paritaria; si faccia un censimento del fabbisogno di cattedre e dell’offerta di docenti, per valutare se e per quali discipline indire effettivamente i concorsi. La trasparenza invocata dalla mozione Granato implica e presuppone la rivisitazione delle nuove linee di investimento del sistema integrato, attraverso i costi standard di sostenibilità per allievo. Difatti l’amministrazione trasparente è indirizzata ad un graduale e definitivo superamento della spesa storica promuovendo un uso più efficiente delle risorse pubbliche attraverso i costi standard – altrimenti è un inganno per tutto il sistema.

Il Governo non è responsabile del Covid ma della pessima gestione del settore strategico dell’Istruzione sì.

Intervenga il Premier Conte altrimenti, se l’Europa ci ha salvati, l’Italia resta il peggior nemico di se stessa.

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