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Cottarelli: "Se Mattarella chiama, ci sono. Tornare al voto? Non è un problema"

L'ex commissario alla spending review non esclude di partecipare al governo ma chiede un giurista a Palazzo Chigi

Cottarelli: "Se Mattarella chiama, ci sono. Tornare al voto? Non è un problema"

Carlo Cottarelli non rinuncia a dire la propria e manda un messaggio a chi lo vorrebbe totalmente estraneo da qualsiasi manovra di governo. L'economista ed ex commissario alla spending review analizza la situazione politica in un'intervista a Libero e confessa con candore che non riceverebbe con grande stupore di ricevere una chiamata dal Quirinale per la guida di un eventuale esecutivo tecnico.

Con un caveat importante però: alla presidenza del Consiglio sarebbe meglio che vi fosse un uomo di legge. "Se ci fosse un governo istituzionale, la prima emergenza da affrontare sarebbe dotare il Paese di una legge elettorale che consenta di avere un vincitore dopo il voto, e allo scopo è più indicato un giurista. Io sono un economista". Ma Cottarelli non nasconde le proprie ambizioni, che peraltro non gli consentono di rinunciare ai capisaldi della propria storia professionale e politica: "Se si parla di un governo a tempo, di pochi mesi, come pare, non credo che potrei incidere più di tanto. Se poi si vuole aumentare il deficit, non sono la persona giusta", chiosa l'ex commissario per la revisione della spesa, lanciando una frecciatina alle tante e troppe proposte politiche finanziate appunto a deficit.

Con la schiettezza che lo contraddistingue, l'economista chiarisce di "offrire delle soluzioni tecniche", quelle che "i politici difficilmente adottano perché pensano alle elezioni". E proprio in tema di elezioni, Cottarelli afferma di non temere un eventuale ritorno alle urne, assicurando peraltro che un tale timore non sussiste nemmeno sui mercati, a patto che il nuovo Parlamento doti il Paese di una legge elettorale in grado di assicurare la necessaria stabilità di governo.

"Le preoccupazioni dell'Europa sono legittime, ma io non credo che nell'immediato ci sia da preoccuparsi per l'assenza di governo o per gli sviluppi politici incerti. Non siamo nel 2011, con lo spread che incombe e non è vero che l'Europa preme per un Governo di tecnici, come faceva invece allora.

Dal punto di vista dei mercati, potremmo tranquillamente permetterci di cambiare la legge elettorale e tornare alle urne a ottobre."

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