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Crescita, debiti, investimenti: Italia ultima d'Europa in tutto

Le stime della Commissione Ue: conti fuori controllo A giugno torna lo spettro della procedura d'infrazione

Crescita, debiti, investimenti: Italia ultima d'Europa in tutto

Roma - Non è solo la tabella con previsioni molto più pessimistiche rispetto a quelle del governo. Quella c'è e non delude le aspettative, nel senso che l'economia va male, mentre deficit e debito volano. Ma nelle previsioni di primavera della Commissione europea c'è dell'altro. Ad esempio una indicazione precisa su cosa dovrebbe fare il governo per rimettere in carreggiata l'Italia. Primo non provocare i mercati: «Rinnovate tensioni sui rendimenti dei titoli pubblici costituiscono un rischio alle stime». Secondo, aumentare l'Iva e tagliare la spesa: «La possibile attivazione delle clausole di salvaguardia sull'aumento dell'Iva nel 2020 e la spesa potenzialmente più bassa per le nuove misure delineerebbero uno scenario fiscale migliore».

La Commissione ha praticamente anticipato un pezzo delle raccomandazioni paese, che per opportunità politica sono state spostate al 5 giugno, dopo le elezioni europee. Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ieri ha commentato i dati dicendo che il Paese soffre per bassa crescita (un punto a nostro favore), ma anche annunciato che la Commissione europea preparerà un nuovo rapporto sul debito italiano (con altissime probabilità di bocciatura).

I dati lasciano pochi spazi a dubbi e confermano le anticipazioni dei giorni scorsi. L'Italia si conferma ultima in Europa per crescita del Pil. Secondo Bruxelles nel 2019 segnerà un più 0,1% quest'anno, il dato peggiore tra tutti i paesi dell'Unione. Stima inferiore a quella del governo (più 0,2%). A conferma che si tratti di una crisi del manifatturiero, il deludente 0,5% della Germania, che però diventerà 1,5% nel 2020 mentre l'Italia si fermerà allo 0,7%. La Spagna crescerà del 2,1%, la Francia dell'1,3%.

Male gli investimenti che caleranno quest'anno dello 0,3% e l'anno prossimo aumenteranno solo dello 0,9% (in Grecia cresceranno del 10% sia quest'anno che il prossimo).

Il deficit del 2019 si attesterà al 2,5% del Pil contro il 2,04% previsto dal governo. Nel 2020 il disavanzo schizzerà al 3,5% perché nelle previsioni la Commissione non ha tenuto conto dei previsti aumneti dell'Iva (e nemmeno di eventuali coperture alternative). Ma il dato che preoccupa è il deficit strutturale, cioè depurato dagli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum. Gli impegni europei prevedono una riduzione dello 0,6% di Pil, mentre le previsioni della Commissione indicano un peggioramento del 1,2% di Pil. Sono quasi due punti di Pil da recuperare. In altre parole, sui conti del 2020 pende una manovra correttiva da 30 miliardi di euro.

Male anche il debito che aumenterà al 133,7% del Pil nel 2019 e dovrebbe raggiungere la quota record di 135,2% del Pil nel 2020.

Cifre a parte, il documento prende di mira il governo. Ad esempio quando dice che ci sarà «un calo nella domanda di investimenti» che supererà l'impatto positivo» di una crescita modesta nei consumi, dovuta alla bassa inflazione e anche la reddito di cittadinanza. Male gli investimenti che risentiranno della incertezza politica. Il tasso di disoccupazione crescerà perché il reddito di cittadinanza porterà molti a iscriversi alle liste di disoccupazione. Ma il tasso di occupazione calerà dello 0,1%.

Unico effetto del reddito di cittadinanza e di Quota 100: «La spesa pubblica aumenterà in modo significativo».

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