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Accuse a Fedez per l'inno dei 5 Stelle. Grillo: "Vogliono intimidirlo"

Per Pedica (Pd) il testo vilipende il Capo dello Stato. Ma il Movimento non è d'accordo. Il deputato Di Stefano: "Dice quello che pensano tutti"

Accuse a Fedez per l'inno dei 5 Stelle. Grillo: "Vogliono intimidirlo"

Ha suscitato polemica la pubblicazione del nuovo inno del Movimento 5 Stelle, messa online pochi giorni dal rapper italiano Fedez. La canzone, Non sono partito, è stata realizzata a pochi giorni dall'appuntamento del Circo Massimo e i suoi versi non sono piaciuti a Stefano Pedica, del Pd laziale.

"I 5 Stelle continuano a farneticare e ad attaccare il presidente Napolitano", ha scritto in una nota, denunciando "l'ennesimo caso di vilipendio al Capo dello Stato". Commenti che scaturiscono soprattutto da quei versi della canzone che parlano della trattativa Stato-mafia, chiedendo: "Caro Napolitano, te lo dico con il cuore, o vai a testimoniare oppure passa il testimone".

A rispondere lo stesso cantante. "Il reato di vilipendio implica un'offesa e gli unici a sentirsi offesi dalle istituzioni sono i cittadini", ha detto, chiedendo anche se "augurarsi che il Capo dello Stato si presenti spontaneamente a deporre" sia da considerarsi un reato.

Dichiarazioni a suo sostengno sono arrivate anche dal Movimento. Il deputato Manlio di Stefano ha risposto alle critiche che "Fedez dice quello che pensa ognuno di noi" e che "il presidente si sarebbe dovuto dimettere da tempo", ma un commento è arrivato anche dallo stesso

html">Beppe Grillo: "Il Pd non cerchi di imbavagliarlo o di intimidirlo".

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