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La Croce Rossa con le stellette che la burocrazia vuol far fuori

Una struttura efficiente che il governo vuole smilitarizzare. Appello ai ministri Pinotti e Lorenzin per salvarla dal decreto Balduzzi

La Croce Rossa con le stellette che la burocrazia vuol far fuori

Si tratta di uno dei tanti paradossi della politica italiana. Esiste un'organizzazione snella ed efficace in grado di intervenire in situazioni di emergenza medica in tempi brevi, coniugando efficienza e costi non eccessivi?

Bene: viene cancellata. La questione come al solito è complessa ed intricata come in tutte le storie di ordinaria burocrazia italiana. A lanciare l'appello al governo, sollecitando l'intervento dei ministri interessati, quello della Difesa, Roberta Pinotti e della Salute, Beatrice Lorenzin, è il generale medico Gabriele Lupini, Comandante del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.

«È la prima volta che un' organizzazione viene smilitarizzata senza alcuna possibilità di scelta - afferma il generale Lupini -. Chiediamo che venga riformulato il decreto Balduzzi in materia, prevedendo per il Corpo Militare l'inserimento nel comparto Difesa e Sicurezza».

Il Comandante fa riferimento al decreto legislativo n 178 del 2012 voluto dal governo Monti con il quale è stata disposta la riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce Rossa e che ne prevede in pratica la privatizzazione. Un corpo militare però non può dipendere dai privati e dunque un migliaio di persone verranno messe in congedo ovvero, specifica il generale, «in mobilità non protetta». A questi si aggiungono circa 19.000 iscritti nei ruoli di personale in congedo, richiamato su base volontaria. Si tratta prevalentemente di medici, chimici e farmacisti ed infermieri.

É prevista la sopravvivenza di un nucleo specialistico di 300 persone, una sorta di falange spartana da costituire per selezione, Ma con una scadenza massima di due anni. Scelta di difficile comprensione. Se non servono allora perchè altri due anni ma se invece servono perchè soltanto due anni?

Il paradosso però sembrerebbe innegabile nei fatti visto che questo personale negli anni scorsi è stato impiegato e spesso si è anche assunto situazioni ad alto rischio che richiedevano competenze specifiche. Non a caso, fa notare il generale Lupini, proprio in questi giorni è stato richiesto il loro supporto a Lampedusa dove verrà inviata una squadra dotata di strumenti a biocontenimento (tenda e barella) per fronteggiare eventuali casi sospetti fra gli arrivi dall'Africa.

Il Corpo Militare della Croce Rossa dal 21 giugno scorso poi collabora con la Marina Militare nell'operazione Mare Nostrum in coordinamento con il Comando del Gruppo Navale. Il Corpo ha fornito medici, infermieri, specialisti ed attrezzature per il biocontenimento: tutti impiegati nelle varie unità navali impiegate nelle operazioni di recupero e soccorso dei migranti. Dal 13 ottobre è stato reso operativo un altro assetto di biocontenimento presso la stazione elicotteri di Maristaeli di Catania. Fino ad oggi il Corpo ha preso parte all'operazione con 125 militari tra medici, infermieri e tecnici.

«Che fine faranno le nostre strutture? E soprattutto perchè disperdere un patrimonio di capacità organizzativa e soprattutto formativa a causa di una riforma poco chiara ? -insiste il geneale Lupini- Il governo Letta ha fatto slittare i termini a gennaio 2015 e per ora non abbiamo avuto risposte certe dal governo Renzi».

Il generale Lupini sottolinea come il decreto Balduzzi provochi un doppio effetto negativo: la perdita di un patrimonio di esperienza e formazione e la liquidazione senza rete di un personale che in passato si è speso in missioni rischiose come, ad esempio, il gruppo che ha affiancato le Forze Armate a Nassiriya.

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