Politica

Crolla la montagna di marmo E la cava diventa una tomba

Due operai dispersi: sono precipitati nel vuoto dopo essere stati travolti da centinaia di tonnellate di roccia. Un altro è miracolosamente salvo

Marco Gemelli

Un boato improvviso, e in un attimo a Carrara duemila tonnellate di marmo si sono staccate da un costone di roccia travolgendo due operai. Un terzo se l'è cavata per miracolo: sospeso nel vuoto a 30 metri d'altezza, è stato salvato da un elicottero e portato in ospedale. Un quarto è stato ferito lievemente. È un dramma quello avvenuto nel primo pomeriggio di ieri in una cava nel bacino di Colonnata, in provincia di Massa Carrara. I soccorritori hanno scavato tutta la notte dopo aver messo in sicurezza la zona per evitare nuove frane, ma le già deboli possibilità di recuperare in vita i due operai di 46 e 55 anni rimasti sepolti sotto la roccia sono ridotte al lumicino. Alla luce artificiale delle torri, nel cuore del distretto lapideo delle Alpi Apuane dove ancora oggi i lavoratori del marmo escono di casa con la paura di non farvi più ritorno le operazioni di salvataggio vedono oltre 50 vigili del fuoco impegnati lungo un «muro» di pietra largo 25 metri e ampio 5mila metri quadri. Ci sono quelli che lavorano sulla sicurezza con le corde, quelli esperti nella ricerca dei dispersi dopo i terremoti, e persino unità cinofile: una macchina che non si ferma nemmeno per riposare, col turnover delle squadre.Dopo l'incidente altri cavatori sono stati male per la paura e il direttore della cava è stato colto da malore e trasportato al pronto soccorso. Solo una fortunata coincidenza ha evitato che i sepolti fossero tre: il terzo operaio, di 48 anni, si stava arrampicando proprio mentre la parete cedeva, trascinando con sé per 30 metri, oltre ai suoi due colleghi, una macchina tagliatrice: per lui, 30 giorni di prognosi. Gli altri due, a quanto risulta, non erano imbragati: si trovavano alla sommità del monte per controllare il taglio di una parete di marmo.

L'incidente è avvenuto nel bacino Gioia gestito dalla Fratelli Antonioli, una delle cave più grandi della zona: qui sono arrivati il sindaco di Carrara Angelo Zubbani, il prefetto Giovanna Menghini e il presidente della Regione Enrico Rossi. I sindacati hanno indetto per oggi uno sciopero generale del settore, denunciano il clima di preoccupazione tra i lavoratori, parlano di un bollettino di guerra e insieme a una «patente a punti» per il settore tornano a chiedere incalza Dalida Angelini, segretaria di Cgil Toscana - un tavolo permanente per trovare strumenti di controllo e prevenzione sul tema dei rischi alla sicurezza sul lavoro. «Questa tragedia commenta invece il ministro del Lavoro Poletti è un monito per tutti, per intensificare l'impegno per la prevenzione degli infortuni e i controlli del rispetto delle norme di sicurezza». Solo in Toscana, nel 2015 erano morti tre cavatori, incluso un 32enne albanese precipitato col camion il primo giorno di lavoro: nella regione le morti sul lavoro sono passate complessivamente dalle 76 del 2014 alle 109 dell'anno scorso.

Ogni anno il lavoro nella cave si «mangia» un milione e mezzo di metri cubi di montagna.

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