Politica

Il Csm grazia il pm dell'inchiesta Etruria consulente del governo

Perquisiti gli uffici milanesi del finanziere Rigotti. Ottenne 7 milioni di mutuo in 24 ore

Archiviato il «caso Rossi». Tra le polemiche. È stata votata dal plenum del Csm l'archiviazione della pratica sulla vicenda del procuratore di Arezzo Roberto Rossi, titolare dell'inchiesta sul fallimento di Banca Etruria e sulle indagini al padre del ministro Maria Elena Boschi, Pier Luigi, vice presidente dell'istituto fino al 2015. A giudicarlo è stata la prima commissione del Csm per un incarico di consulenza a Palazzo Chigi terminato a dicembre 2015. Undici voti favorevoli, nove astensioni e un voto contrario: ora copia degli atti sarà trasmessa alla Cassazione.

Casualmente la delibera arriva mentre l'inchiesta subisce un'accelerazione. La Finanza si è presentata a casa e negli uffici milanesi del finanziere 65enne Alberto Rigotti, già consigliere d'amministrazione dell'istituto di credito a cavallo tra le gestioni Faralli e Fornasari.

Lo stesso Rigotti, vecchio amico di Marcello Dell'Utri, era già finito in guai simili. Nel 2014 venne arrestato per il fallimento della catena di giornali e-polis, e attualmente è sotto processo. Questa è la terza perquisizione in meno di un mese, dopo quelle nelle abitazioni dell'ex presidente Giuseppe Fornasari e del suo vice Giorgio Guerrini. Era il 23 maggio 2009 quando il cda di Banca Etruria decise di silurare Elio Faralli in favore del suo vice, Giuseppe Fornasari.

Ma alla conta, i voti erano sette favorevoli e sette contrari. Ne mancava solo uno, il 15mo, appunto quello decisivo di Rigotti che sentenziò l'addio al massone Faralli, padre padrone della banca per 30 anni, schierandosi dalla parte di Fornasari. Un voto contestatissimo in quanto, per statuto, il finanziere di origine trentina, non avrebbe potuto nemmeno votare, essendo indebitato con l'istituto. Poi accadde il miracolo. Uno di quei miracoli che solo in Banca Etruria accadevano. In poche ore, attraverso una serie di bonifici di cui non è mai stata chiarita la provenienza (alcuni dicono dall'Emilia-Romagna) quei debiti vennero azzerati. Bruscolini da qualche milione di euro.

La sua Abm network investment, società lussumburghese fallita nel 2012, tra il 2006 e il 2008, ha ottenuto finanziamenti da Banca Etruria per 16 milioni di euro, con perdite per 14. Soldi finiti, naturalmente, tra le sofferenze. E non è tutto. Ci sono anche altri finanziamenti ricevuti da Hevea, immobiliare con sede a Mantova. Hevea doveva ad Etruria quasi 9 milioni, di cui 7,5 accantonati come perdita. Il 2 febbraio 2010 ottenne 6,9 milioni di mutuo in 24 ore. Il 7 maggio 330mila euro vennero inviati per bonifico su un conto estero di Abm network investment e andarono a finanziare l'acquisto di 400mila azioni Intermedia Spa, la società costituita da Vincenzo Consorte, già socio di Unipol (finanza rossa).

Per gli inquirenti i soldi concessi a Hevea sarebbero stati dirottati verso altre società riconducibili a Rigotti. La Finanza ipotizza che quei 6,9 milioni siano tornati a Rigotti per sanare le sue sovraesposizioni con la banca e che ci sia un collegamento tra tali finanziamenti e il voto contro Faralli.

Ah, Rigotti uscì dal cda di Etruria subito dopo quel voto.

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