Politica

Il Csm ora sta con Zuccaro «Rinforzi per le sue indagini»

A Palazzo de' Marescialli passa la linea Zanettin Legnini ottiene di rivedere i rapporti tra toghe e media

L' ordine, adesso, è salvare il soldato Zuccaro. Offrire «incondizionato sostegno» alle sue indagini e a quelle delle altre procure interessate, come dice il comitato di presidenza del Csm, con una virata completa rispetto all'annuncio del 28 aprile.

L'attacco sferrato dal vice presidente Giovanni Legnini contro il procuratore di Catania che ha denunciato i legami tra alcune Ong e i trafficanti di migranti, improvvisamente rientra. E l'audizione che sarà fissata la prossima settimana non sarà certo per criticarne la loquacità, quanto per capirne meglio le ragioni e aiutarlo con uomini e mezzi. Nessun rischio di trasferimento d'ufficio, di processo disciplinare neppure a parlarne. Anzi, tutti mobilitati per una pratica in difesa del pm, quella che pochi giorni fa aveva proposto in solitario il laico di Fi Pierantonio Zanettin e che ora sono tutti ansiosi di appoggiare.

Difficile capire se uno stop è venuto dal Quirinale o se siano stati gli stessi tre membri del vertice del Csm che, comprendendo che l'assemblea era favorevole a Zuccaro, hanno rivalutato la vicenda. La sua, ora è chiaro, non è una voce isolata su strani traffici al largo della Libia, ma inserita i nelle indagini di 6 procure e sotto osservazione da parte degli organismi internazionali.

Qualcosa, però, bisognava pur fare per salvare la faccia e allora Legnini, che pochi giorni fa sembrava deciso a censurare il pm troppo critico con il governo oltre che con le Ong, annuncia che il Csm definirà «con urgenza» linee guida per i rapporti dei magistrati con i media, tema «ormai di indifferibile trattazione». In realtà, aprire una pratica su Zuccaro in prima commissione (quella che valuta eventuali incompatibilità con l'ufficio e il ruolo), dopo aver taciuto di fronte ai comizi politici di tanti suoi colleghi, sembrava grottesco. Così, nel plenum di ieri il Comitato di presidenza ha spiegato che si sarebbe fatta solo un'istruttoria, con acquisizione degli atti e audizioni, per approfondire il tema. Una specie di indagine conoscitiva, come le tante delle commissioni parlamentari, insomma, nulla di preoccupante per Zuccaro.

«Un magistrato serio e perbene è stato esposto per giorni a una inaccettabile gogna mediatica e istituzionale - dice in plenum Zanettin - solo perché ha formulato, prima a un comitato parlamentare e poi a una trasmissione tv, delle ipotesi investigative, ribadite di fronte alla commissione Difesa del Senato, non in linea con la narrazione ufficiale, sul ruolo delle Ong». Ricorda che mentre scoppiava il suo caso, Antonino di Matteo «si lanciava in un assurdo comizio sulle riforme costituzionali, sul dialogo tra partiti, sul ruolo di Berlusconi e di Renzi», proprio «in un momento assai delicato, alla vigilia delle primarie del Pd». Come sanzionare Zuccaro e tacere su di lui? Critica anche sull'iniziativa di indagine sulle dichiarazioni del pm la laica di Fi Maria Elisabetta Casellati, che parla di «strumentalizzazione politica» di una richiesta di «chiarezza su una situazione di sfruttamento», di fronte alla quale si sarebbe aspettata subito dal Csm un intervento di «tutela della sua immagine». Il togato di Area Piergiorgio Morosini sollecita proposte su «strumenti processuali adeguati per far fronte a livello giudiziario al traffico dei migranti» e su «modifiche legislative» per queste difficili indagini. Il laico M5s Alessio Zaccaria, difende Zuccaro, «triturato dai media». Claudio Galoppi, presidente della settima commissione, ricorda che la circolare sulle procure che si sta definendo riguarda anche gli obblighi di riserbo.

E Legnini coglie l'occasione per dire che le nuove regole saranno uguali per tutti, giudici e pm.

Commenti