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Dagli appalti all'assistenza lo Stato preferisce i migranti

Tra bandi e strutture se ne vanno più di 4 miliardi Il governo spende più per i profughi che per i cittadini

Dagli appalti all'assistenza lo Stato preferisce i migranti

Gli italiani sono più poveri degli immigrati che ospitano. Non è una barzelletta, ma la realtà fotografata dalla Caritas, nel suo rapporto 2016, da cui risulta che nel Mezzogiorno i nostri concittadini che chiedono aiuto sono più numerosi dei migranti. Ci possiamo fare mille domande su come sia possibile che gli italiani siano più poveri degli stranieri che vivono nel nostro Paese, ma la risposta sembra essere una sola: lo Stato investe e spende più per i profughi e i migranti che per i suoi cittadini meno abbienti.

Come al solito qualcuno ci accuserà di demagogia, ma sarebbe il caso di invitarli a leggere sul sito del ministero dell'Interno, sezione appalti, per verificare quanti soldi vengono distribuiti per sostenere l'ondata migratoria che ha investito il nostro Paese. Cominciamo a parlare dei famigerati 35 euro al giorno per ogni migrante ospitato. C'è chi, avvocato non chiamato, ha messo subito le mani avanti, affermando che il governo non dà 35 euro all'immigrato ma a chi lo accoglie. Ebbene, qual è la differenza? Nessuna, sempre 35 euro ciascuno dobbiamo tirare fuori dal nostro portafoglio. Se poi allo straniero vengono girati solo 2,50 euro e il resto se lo tiene la cooperativa che gestisce l'accoglienza, cambia poco. I soldi vengono spesi e sono soldi dei contribuenti italiani. E sono tantissimi, cifre da capogiro. Guardiamo solo ai numeri ufficiali diffusi dal ministero dell'Interno lo scorso 14 ottobre: i migranti e i richiedenti asilo ospitati in strutture temporanee, centri di prima accoglienza, hot spot e posti Sprar (cioè di seconda accoglienza) sono 165.177. Prefetture e Comuni di tutta Italia indicono, per conto del Viminale, bandi di appalto per finanziare l'accoglienza. I vincitori, di solito cooperative, si aggiudicano gli appalti con offerte che variano fra i 30 e i 35 euro (Iva esclusa). Se facciamo una media a spanne di 32 euro per ogni straniero la cifra che risulta fa impressione: sono 5.285.664 euro al giorno. Poco meno di 2 miliardi all'anno. Alla faccia dei disoccupati con famiglia a carico. C'è poco da meravigliarsi se Mafia Capitale aveva scoperto che il business dell'immigrazione era più redditizio delle attività illecite.

Ma questa è solo una parte. Nel documento programmatico di bilancio del Mef risulta che nel 2015 la spesa per l'emergenza immigrazione ha raggiunto i 3,3 miliardi di euro, triplicata rispetto alla media dei tre anni precedenti, con una previsione per il 2016 di circa 4 miliardi di euro. Insomma, il peso di una manovra correttiva. Ai denari erogati alle associazioni che hanno vinto gli appalti per l'accoglienza vanno aggiunte poi un'infinità di voci di spesa, come le missioni navali della nostra Marina per andare a raccogliere nel Mediterraneo tutti i migranti sui barconi. Il costo si aggira sui 500mila euro al giorno. Poi ci sono gli appalti indetti dal Ministero dell'Interno per l'interpretariato e la traduzione. La gara, le cui offerte partivano il 25 maggio scorso, prevedeva una spesa di 13.750.000 euro, dei quali la metà finanziati dall'Unione europea. Ma queste gare si ripetono periodicamente. E, infine, ci sono anche le chicche. Come l'appalto indetto lo scorso settembre dal Dipartimento per le libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno per l'affidamento di un servizio di impaginazione, redazione grafica e stampa della rivista «LibertàCivili». Il motivo? «Stimolare il dibattito culturale e il confronto sui temi della migrazione e dell'asilo». Costo per 12 numeri: 250mila euro.

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