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Dagli azzurri alla Lega a Fdi la ricetta è unica: una colazione contro l'Isis insieme alla Russia

Milano Unirsi a Putin in una grande coalizione antiterrorismo, rispondere alle stragi con un attacco militare contro i macellai Isis, rendere più severi i controlli su chi entra in Italia e sui centri islamici, evidenziare l'irrilevanza del governo Renzi in politica estera. La risposta del centrodestra italiano alla carneficina di Parigi ha accenti anche diversi, dalla Lega all'ala più moderata di Forza Italia, ma converge su molti punti comuni. A partire dal rapporto con il Cremlino, impegnato nella lotta ai terroristi islamici ma colpito dalle sanzioni Ue. Berlusconi, da sempre critico verso le «autolesionistiche sanzioni» contro Mosca, immagina una coalizione che vada dalla Russia alla Cina. Un appello condiviso in toto dal leader della Lega Matteo Salvini: «L'Europa deve togliere le sanzioni contro la Russia, l'unica che ci mette la faccia e le armi per bombardare l'Isis in Siria». Il segretario della Lega sostiene un intervento militare perché «il terrorismo va raso al suolo, azzerato, bombardato in ogni modo possibile». Oltre al fronte esterno c'è quello interno. «I clandestini non sono tutti terroristi ma qualche migliaia in meno darebbero un po' più sicurezza» dice il segretario leghista. La leader di Fdi Giorgia Meloni, in un video registrato a Parigi con la Tour Eiffel sullo sfondo, si prende dello «sciacallo» perché dice «noi siamo stati profeti di questa sciagura, vi avevamo avvertito». Poi l'attacco: «La verità è che il fondamentalismo odia la nostra civiltà, odia la nostra libertà. Diciamo basta con l'immigrazione musulmana almeno fino a quando l'Islam non avrà risolto i problemi di violenza interni alla sua cultura. Basta sbarchi. Vogliamo controlli serrati sui centri culturali islamici aperti in Italia».Su questo punto, l'apertura di moschee in Italia, nasce un piccolo battibecco in un incontro di Forza Italia a Milano, tra il vicepresidente del Parlamento Ue Antonio Tajani e qualche azzurro nel pubblico, che non condivide la linea soft dell'europarlamentare secondo cui «è un errore politico pensare di chiudere tutte le moschee, perché poi vanno altrove e diventato terroristi, ed è quello che vuole l'Isis. La Ue è debole ma la soluzione non è farsi nemici tutti gli islamici, bensì un intervento internazionale contro l'Isis insieme a Usa, Cina e Russia». Anche il capogruppo Paolo Romani teme la reazione di pancia, «non si può addebitare la colpa all'intera comunità musulmana, nel mondo ci sono un miliardo e 700 mila musulmani e non penso siano tutti amici dei terroristi». Il tema vero, spiega Romani, è la guerra tra sciiti e sunniti in seno al mondo islamico. E poi, come sottolineano tutti in Forza Italia, il tragico errore commesso con le guerre in Iraq e soprattutto in Libia (cui il governo Berlusconi provò ad opporsi) che portò alla fine di Gheddafi, il dittatore che fino ad allora era servito a contrastare il radicalismo islamico e l'immigrazione incontrollata. Per la coordinatrice lombarda Maristella Gelmini la risposta non può consistere nel rinnegare i valori occidentali, togliendo i crocifissi dalle scuole per non urtare la sensibilità dei musulmani.

Per il governatore ligure Giovanni Toti la risposta militare dev'essere immediata, perché ai tagliagole dell'Isis sia chiaro che «chi minaccia la nostra civiltà verrà annientato senza via di scampo».

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