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Dagli Stati Uniti Renzi lancia la rivoluzione sistematica: "Faremo tutto per cambiare"

Il premier da San Francisco: "Non bastano le riforme se non ci sono idee". E lancia la riforma della pubblica amministrazione: "Voglio cancellare la parola certificato"

Dagli Stati Uniti Renzi lancia la rivoluzione sistematica: "Faremo tutto per cambiare"

"Faremo di tutto per cambiare l’Italia. San Francisco è per molti di voi e noi la capitale del futuro. Il rischio dell’Italia è di città straordinariamente belle ma città del passato. La sfida è trasformare noi stessi gelosi del passato e innamorati del futuro". Incontrando allo Yacht Club di San Francisco i responsabili di 150 start up italiane della Silicon Valley, il premier Matteo Renzi ha aperto ufficialmente il viaggio negli Stati Uniti, nel cuore pulsante della tecnologia mondiale. Con un obiettivo: riportare in Italia un modello di fare sistema che aiuti a superare una volta per tutte la crisi economica. "Serve una rivoluzione sistematica In Italia - ha spiegato da San Francisco - se lo facciamo non saremo mai un paese normale ma diventeremo attrattivi ma non bastano le riforme se non ci sono idee".

Dagli Stati Uniti Renzi ha voluto mandare un messaggio di fiducia all’Italia. "Non si cambia - ha spiegato - se si ha una testa striminzita e ripiegata". Il cambiamento è sicuramente il cuore del discorso fatto ai 150 rappresentanti di start up della Silicon Valley fondate da italiani. Per Renzi l'Italia è un Paese che ha bisogno di una "rivoluzione sistematica" per risolvere tutti i principali problemi. "Bisogna cambiare il Paese, il sistema politico, il mondo del lavoro - ha affermato - non bastano le riforme se non ci sono idee, le riforme possono cambiare qualcosa, le idee possono cambiare tutto". A partire dal sistema Italia. Perché questo avvenga deve, però, passare dalla riforma della pubblica amministrazione che, attraverso l'information technology, si arrivi a "cancellare la parola certificato e avere una amministrazione come un nuvola", seguendo il modello degli archivi immateriali. "Solo così - ha continuato - cambierà il rapporto tra cittadini e burocrazia".

"L'Italia è un grande paese ma ha alcuni punti deboli incredibili - ha continuato il premier - tutti li conoscono ma ti dicono 'vai avanti te che mi viene da ridere'". Da qui il proposito di non fermarsi di fronte agli ostacoli del dibattito politico.

"È arrivato il momento che facciamo arrabbiare qualcuno per far contenti tutti - ha concluso - la straordinaria chance è smettere di piangersi addosso, io sono consapevole che alcune cose vanno cambiate in modo violento ma se voi non ci mettete la forza delle vostre idee e il cervello non si va da nessuna parte".

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