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D'Alema: “Renzi ci farebbe perdere le elezioni”

Per l'ex premier Massimo D'Alema: "“Ormai è chiaro che con Renzi non vinceremo mai. Tra lui e una parte del nostro mondo si è determinata una rottura sentimentale, difficilmente recuperabile”

D'Alema: “Renzi ci farebbe perdere le elezioni”

“Renzi ci porterebbe a perdere le elezioni”. È netto il giudizio di Massimo D’Alema, l’oppositore interno più accanito del segretario del Pd.

“Ormai è chiaro che con Renzi non vinceremo mai. Tra lui e una parte del nostro mondo si è determinata una rottura sentimentale, difficilmente recuperabile”, incalza l’ex premier, intervistato dal Corriere della Sera. D’Alema è convinto che il Pd sia “un partito isolato” e che l’unico disposto ad aiutarlo sia Berlusconi “che ha bisogno del governo contro la scalata di Vivendi: do ut des”. “Ma non credo che la mano tesa di Berlusconi corrisponda al sentimento dell’elettorato di centrodestra”, aggiunge spiegando che “se la tendenza elettorale è quella che vedo, il Pd e Berlusconi non avranno i numeri per fare nessun governo”.

Una cosa è certa. Con il governo Gentiloni, secondo D’Alema, è caduto il dogma“secondo cui Renzi era insostituibile”. Ora c’è “un presidente del Consiglio più garbato, più accettabile dagli italiani. E – aggiunge - ne conosco altri, nel Pd e nel centrosinistra, in grado di svolgere efficacemente quel compito. Ripeto, nessuno è insostituibile. È un principio che a suo tempo ho applicato anche a me stesso”. La responsabilità della caduta di Renzi è soltanto sua. “È stato lui a imporre con tre voti di fiducia una legge elettorale incostituzionale, per poi dopo tre mesi considerarla anche sbagliata. È stato lui a impostare il referendum come un grande plebiscito sulla sua persona; dopo un’esperienza di governo fallimentare, nonostante il favore al di là di ogni ragionevole limite del sistema dell’informazione, almeno di quella ufficiale”, attacca il lìder Maximo della sinistra che annuncia l’intenzione di ricostruire il campo del centrosinistra con un’assemblea che si terrà il prossimo 28 gennaio, partendo dai 300 comitati per il No.

D’Alema condivide, inoltre, l’idea di Bersani di “individuare un nuovo segretario del partito e un candidato del centrosinistra alla guida del Paese; proprio perché il Pd non appare più in grado di esprimere una vocazione maggioritaria”. Parlando del campo delle opposizioni dice: “Anziché deprecare il populismo cercando di delegittimare i nostri competitori politici, dovremmo cercare di metterci in sintonia con il popolo. È vero che la Raggi sta pagando a caro prezzo i legami con gli ambienti della destra romana, ma la Appendino è considerata il miglior sindaco d’Italia”.

Mentre, per quanto riguarda i governatori soltanto Enrico Rossi è tra i primi tre più apprezzati, mentre gli altri die sono i leghisti Zaia e Maroni, a dimostrazione del fatto che il Pd sta perdendo “anche il primato del governo locale, da sempre nostro punto di forza”.

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