Cronache

Dall'agguato virtuale alla realtà. Pedofilo violenta una 13enne

Carnefice e vittima si erano conosciuti su "Second Life". L'uomo, 64 anni, a Milano ha poi abusato della ragazzina

Dall'agguato virtuale alla realtà. Pedofilo violenta una 13enne

Milano - Certo tutti vorrebbero avere una Second Life, una «Seconda Vita», com'è stato battezzato nel 2003 uno degli ambienti digitali online più popolati della rete, lanciato da una società americana partendo dall'idea di un fisico. Sul sito ufficiale secondlife.com è possibile infatti creare una propria nuova immagine, dotarla di identità e condurre a Bay City - una sorta di Miami-luna park dove tutto è possibile - una vera e propria esistenza alternativa. Che normalmente ci s'immagina migliore di questa, cioè dove non si annidino i pericoli della vita reale e che quindi non contempli droga, pedofilia, prostituzione, stupri. O invece no? Cosa accade quando una mente deviata si accorge che la piattaforma di un social - oltre a offrire applicazioni in molteplici campi della creatività - può realizzare anche comportamenti sessuali inaccettabili nella vita reale e dar corpo a un contesto «protetto» dove sviluppare relazioni perverse e penalmente punibili nella First life? Semplice: l'esistenza su Second Life sarà pure virtuale, ma il pericolo è assolutamente reale.

Questo in breve è quel che ha scoperto a proprie spese una undicenne di Milano che, per due anni, ha intrattenuto una relazione con un americano con il quale, su Second Life, era addirittura convolata a nozze, continuando ad approfondire la conoscenza su altri social network. E che sabato scorso, a 13 anni, doveva realizzare un sogno, trasformatosi nel peggiore degli incubi: conoscere il suo «principe» fittizio, in carne e ossa. Chissà cosa aveva sognato la bambina (a 13 anni frequenta ancora le Medie) di quel «lui» così a lungo solo immaginato. Chissà quale rosario di menzogne le aveva propinato l'uomo sposato a Bay City. Il suo «lui» infatti, una volta vis à vis, si è rivelato semplicemente uno squallido pedofilo 64enne, residente negli Stati Uniti ma originario del Portogallo, già sposato, giunto sotto la Madonnina con la moglie. E che, arrivato qui proprio per incontrare la sua consorte virtuale, ha provveduto a spedire quella ufficiale (probabilmente a conoscenza dei «passatempi» del suo uomo) a fare shopping, per affittare un appartamento al solo e unico scopo di accogliervi la baby sposina e abusare di lei.

La squadra mobile di Milano è giustamente sempre parca di dettagli quando c'è in ballo una minore che mai deve poter essere identificabile da chi viene a conoscenza dei fatti che la coinvolgono, soprattutto quando a riguardarla sono reati di natura sessuale. Così gli investigatori della sezione specializzata in questo genere di illeciti ieri mattina si sono limitati a spiegare che l'uomo in questione è stato arrestato quando la bambina, lunedì 16, tornando a scuola sconvolta, si è confidata con una insegnante e poi è andata a sporgere denuncia insieme ai genitori. Una madre e un padre che, in due anni, non si erano accorti che la loro bambina, nella sua vita virtuale, era incappata nei medesimi pericoli di quella reale. E che, come molti educatori - come già 8 anni fa aveva sottolineato un deputato repubblicano statunitense con una proposta di legge che vietava ai minori qualunque contatto con i social in ambito pubblico, proibendoli nelle aule scolastiche e nelle biblioteche - non hanno capito che bisogna correre ai ripari in fretta per salvare il salvabile. Fissando quindi un limite di età, abbinato all'autorizzazione genitoriale nonché a un controllo concreto, all'accesso dei nostri pargoli ai servizi di social networking.

Perché la Second Life anziché un'opportunità non diventi un inferno.

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