Cronache

Danno il permesso di soggiorno anche ai trafficanti di uomini

Arrestato sudanese: già condannato a 12 anni, operaio regolare, aveva pure fatto domanda per le case popolari

Danno il permesso di soggiorno anche ai trafficanti di uomini

C'è chi sostiene - e probabilmente non a torto - che sia la nostra politica - «morbida» e comunque molto più accogliente con profughi e stranieri di quella di molti altri Paesi europei in genere - a evitarci le ire dell'Isis e, almeno per il momento, a non scatenare sciagure in Italia. Naturalmente tutto ha un limite, anche con la morbidezza. In particolare quella delle procedure di quelle commissioni territoriali che non valutano i precedenti penali dei richiedenti asilo. Lo sa bene (anzi, forse non lo sa proprio e manco se n'è reso conto fino a oggi) Ibrahim Mosabal Abbker Alì, un sudanese di 40 anni. L'uomo è stato prelevato qualche giorno fa dagli investigatori del commissariato milanese di Greco Turro (lo straniero domiciliato in quella zona di Milano, ndr) dal suo posto di lavoro nel comasco, Fornaci a Faloppio, dove era regolarmente assunto come operaio e condotto dalla polizia milanese appunto nel carcere di Como, il Bassone. Abbker, infatti, deve scontare una pena definitiva di 9 anni e 7 mesi che gli è stata inflitta quest'anno dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bari per associazione a delinquere e sequestro di persona finalizzati alla tratta di clandestini a scopo di estorsione e favoreggiamento della permanenza clandestina di immigrati nella quale era coinvolto insieme ad altri sei connazionali e un ugandese, tutti finiti in manette tra la Lombardia, il Lazio e la Sicilia nel marzo 2009. L'ambito era quello di una vasta inchiesta dei carabinieri di Bari partita tra il 2005-2006 e conclusasi con i sette arresti, sull'immigrazione clandestina e sui rapimenti lampo di stranieri (17 solo gli episodi accertati dagli investigatori dell'Arma). Nonostante questo, non solo il nostro sudanese, condannato in un primo tempo a 12 anni, nel frattempo ha usufruito dell'indulto e ottenuto così uno sconto di pena di tre anni. Dopo aver scontato in carcere il periodo di custodia cautelare che precede il processo, infatti, l'uomo si era stabilito a Milano (era a Cremona, insieme a un complice, nel 2009 quando era stato catturato dai carabinieri pugliesi, ndr) dove aveva fatto richiesta per una casa Aler ed era in lista d'attesa, ma, quel che è ben più grave, nel 2014, cioè due anni fa, ha chiesto e ottenuto il rinnovo per ben 5 anni dal permesso di soggiorno per protezione internazionale!

Ibrahim Mosabal Abbker Alì davanti ai poliziotti di Greco-Turro, che lo hanno destato all'improvviso e del tutto inaspettatamente durante la pausa pranzo che lui aveva trasformato in siesta a bordo della sua Golf, non si è ribellato, ma non ha nemmeno parlato di quel permesso di soggiorno concessogli con tanta inimmaginabile facilità...

L'indagine per cui il sudanese è finito in carcere non è esattamente cosa da poco. Nel corso di una inchiesta embrionale sulla possibile presenza di cellule terroristiche, di rilevanza internazionale, infatti, tra il 2005 e il 2006 in Puglia erano stati individuati collegamenti operativi con un'organizzazione di sequestratori di clandestini in particolare a Canosa, Barletta, Andria e Foggia. L'ugandese residente a Palermo era incaricato di fornire i documenti contraffatti (costo 1.500 euro l'uno) per la successiva regolarizzazione. Il trasferimento dei soldi, oltre che «brevi manu», avveniva anche con trasferimenti bancari tramite agenzie di money transfer, come ricostruito dai carabinieri attraverso i tabulati. In genere il sequestro durava pochi giorni grazie agli sforzi e alle collette di amici e parenti che si impegnavano allo spasimo per racimolare le somme necessarie.

E i 17 casi, come avevano giustamente insistito a sottolineare investigatori e magistrati all'epoca, erano solo quelli accertati.

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