Politica

De Benedetti lancia l'amo sul soccorso azzurro. Ma il centrodestra dice no

L'Ingegnere ipotizza larghe intese se vincerà il No Alfano: Berlusconi senatore a vita se viene riabilitato

De Benedetti lancia l'amo sul soccorso azzurro. Ma il centrodestra dice no

Un altro dei suoi presagi, un nuovo pronostico. «Se vincesse il No - spiega Carlo De Benedetti in un'intervista al Corriere della Sera - Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Anche se non credo che lascerà la politica. E per fortuna, perché ha dimostrato di avere energia e qualità». Per Beppe Grillo il vaticinio di CDB è un «avviso di licenziamento», per Roberto Calderoli «una sentenza di sfratto da parte di poteri forti». Ma in realtà, quello dell'Ingegnere sembra più un segnale di fumo, un appello per le larghe intese. Infatti, prosegue De Benedetti, il Cav tornerà in gioco. «Berlusconi aspetta col cappello in mano. Comunque finisca il referendum, ci guadagna: pure se vince il Sì, Renzi avrà bisogno di lui. La scelta di Parisi si spiega così. Insieme, Renzi e Parisi si accorderanno, ridimensionando la sinistra e restituendo Salvini alle valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza». Il centrodestra però non appare interessato. «Dopo la vittoria del No riteniamo che il governo dovrà trarne le conseguenze, e in ogni caso escludiamo qualsiasi sostegno parlamentare a un esecutivo che non abbia la fiducia dei cittadini», si legge nella nota congiunta diffusa al termine di un vertice ad Arcore tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Il patron di Repubblica è noto, tra le altre cose, per sbagliare le sue profezie. Però adesso forse sotto c'è di più, se intrecciamo le sue previsioni ad alcuni evidenti movimenti nella zona di frontiera tra centrosinistra e centrodestra. Come la lettera aperta sul Tempo di Denis Verdini al Cavaliere, in occasione dei suoi 80 anni: «Caro Silvio, seduto a un caffè, non posso che pensare a te. Sei già nella storia, con la tua intuizioni di entrare in campo e creare un partito hai sbaragliato la sinistra. Ma ti regalo un dubbio, non sarebbe stato meglio non cancellare il Patto del Nazareno? Era una nemesi perfetta di vent'anni di guerra civile. E ora tocca a te». O come la proposta di Angelino Alfano: «Io non ho cambiato idea su di lui, continuo a pensare che meriti il Senato a vita, per i suoi meriti: stiamo parlando del leader politico più longevo della storia repubblicana, nonché dell'uomo d'impresa e dell'uomo di sport. Lo hanno mandato via con una sentenza giudiziaria e se Strasburgo lo riabilita...».

Da nume tutelare del Pd a sponsor del Partito della Nazione? «Non scherziamo - risponde l'Ingegnere - non è certo un mio auspicio; di sicuro per combattere i populismi appare inevitabile che al partito di Renzi si sommino una parte dei voti e dell'apparato del centrodestra».

Dall'altra parte però, almeno per ora, la porta è chiusa. Secondo Paolo Romani «l'intervista di De Benedetti e le aperture di Alfano e Verdini servono solo a fare confusione: siamo entrati in campagna referendaria e certe esternazioni hanno l'unico scopo di attirare verso il Sì i voti più incerti del campo del No». Per questo motivo Forza Italia non intende entrare nel dibattito sul dopo. «Renzi aveva personalizzato il confronto- dice ancora il presidente del senatori Fi - poi visti i sondaggi per lui negativi ha fatto un mezzo passo indietro. Comunque mi risulta che stia organizzando il sessantesimo dei Patti di Roma per marzo e il G7 di fine maggio...».

Insomma, in ogni caso il premier spera di restare a lungo a Palazzo Chigi. Senza contare la cautela del Quirinale: dopo un' eventuale vittoria del No, Mattarella prima di sciogliere le Camere proverebbe a mettere in piedi un nuovo governo, magari un Matteo due. Renzi ovviamente preferirebbe restare in posizione di forza, da qui le grandi manovre verso i moderati, dall'Ingegnere ad Alfano. E al ponte sullo Stretto di Messina.

«Non è un'iniziativa seria - dice Renato Brunetta - Questa e altre dichiarazioni vengono rilasciate soltanto per provare a raccattare qualche voto in più in vista del referendum».

Commenti