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De Luca: "Nel Pd ci sono pippe e farabutti"

La bastonata del governatore della Campania: "Se i Cinque Stelle hanno successo è colpa dei democratici, c'è gente che non sa conquistare il rispetto degli elettori"

De Luca: "Nel Pd ci sono pippe e farabutti"

Vincenzo De Luca ci va giù duro, come un caterpillar, contro il Pd. Il governatore della Campania, dopo aver festeggiato l’assoluzione nel caso Seapark (che gli era valsa la poco lusinghiera definizione di “impresentabile”) scuote i democratici e a loro addossa la colpa dello sfavillante successo dell’antipolitica, rappresentata dal Movimento Cinque Stelle. In pratica, il successo del M5S è “colpa” di quelli che, senza nominare direttamente, finisce per definire come poco meno che incompetenti nel Pd.

Parlando a margine di in una conferenza stampa in Regione, De Luca accusa: “Nel Partito democratico ho trovato pippe e fior di farabutti. Il Pd non ha saputo innovare il suo linguaggio, il suo modo di essere e di presentarsi, non ha saputo conquistarsi il rispetto degli elettori”.

Tutto ciò ha avuto quale pesante conseguenza (per il centrosinistra) l’ascesa dei Cinque Stelle: “Spesso il Pd si presenta sui territori come un’aggregazione di bande e di comitati elettorali ed è chiaro che così si fa fatica a interpretare la speranza di rinnovamento italiano”.

De Luca “abbraccia” Renzi sul referendum: “Deve fare ancora molto, la sfida è complicatissima. Non vorrei che abbia sottovalutato la profondità della palude burocratica che condanna a morte l’Italia”.

Nonostante la posizione estremamente critica sul suo partito, l’ex sindaco di Salerno non cede alla minima indulgenza nei confronti dei grillini contro cui, ormai da qualche anno, ha scatenato una sorta di guerra santa personale: “Il fenomeno grillino è emerso perché gran parte della politica tradizionale è costituita da mezze pippe e pippe intere, gente che quando parla ti fa venire la depressione”.

La posizione critica del governatore della Campania nei confronti dell’estabilishment del Pd s’è rizelata dopo l’assoluzione sul caso giudiziario che gli aveva causato il “marchio di infamia” di impresentabile.

E, per questo, a pochi minuti dal verdetto dei giudici, De Luca aveva pesantemente accusato la presidente della commissione antimafia, la “collega” dem Rosi Bindi – senza mai nominarla – bollandola quale “avventurosa parlamentare”.

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