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De Luca torna in libertà e si scatena: "Ora denuncio la mafia giudiziaria"

L'attacco del deputato Udc: «Certi magistrati infangano la toga»

De Luca torna in libertà e si scatena: "Ora denuncio la mafia giudiziaria"

«Scateno De Luca», diceva un suo manifesto elettorale di qualche anno fa, giocando sul suo nome. E si è scatenato davvero, ieri, su Facebook, Cateno De Luca, il deputato regionale siciliano arrestato per evasione fiscale appena chiuse le urne che il 5 novembre scorso lo avevano rieletto, nelle file dell'Udc, con una valanga di preferenze. Eh si, perché ieri il Gip di Messina, accogliendo le richieste della difesa, ha revocato il suo arresto rimettendolo immediatamente in libertà al termine dell'interrogatorio di garanzia. Una vittoria che arriva a pochi giorni da un'altra importante sentenza, quella che ha assolto lo stesso De Luca in primo grado dall'accusa di abuso d'ufficio per il sacco edilizio di Fiumedinisi, il comune del Messinese di cui è stato sindaco. Di qui il suo grido liberatorio, su Facebook: «Libero!... E aff... tutte le forme di mafia compreso quella giudiziaria!». Un post accompagnato da un video in cui annuncia che nel giro di pochi giorni denuncerà investigatori e magistrati messinesi, gli artefici, a suo dire, della persecuzione giudiziaria nei suoi confronti: «Giudicate voi, in 7 anni 15 procedimenti penali tutto archiviato, assoluzioni, per le prescrizioni faremo appello».

Un attacco durissimo, quello di De Luca, che sin dall'inizio, sino a quando i giudici non gliene hanno inibito l'uso durante la detenzione, si è difeso sui social protestando la sua assoluta innocenza. «Le mafie dei palazzi - si è sfogato uscendo dal Palazzo di giustizia - non si possono accettare supinamente. Io presenterò il terzo esposto nei confronti di determinati personaggi che continuano a sporcare questo palazzo. Faremo nomi e cognomi, si tratta di magistrati, qualche pubblico ministero, organi inquirenti che hanno infangato, falsificato in atti giudiziari tante cose. Stiamo completando le denunce».

Sulle accuse ai magistrati è intervenuta con una nota Magistratura indipendente, che ha espresso solidarietà ai colleghi chiedendo l'intervento della giunta esecutiva centrale del sindacato delle toghe: «È inaccettabile che un neoeletto rappresentante delle istituzioni siciliane ponga in essere, sia a mezzo social network sia all'interno di un Tribunale al termine di un processo a suo carico, condotte fortemente delegittimanti nei confronti della magistratura messinese definita verminaio e massonica».

In attesa delle ulteriori denunce, caduti gli arresti domiciliari, De Luca potrà insediarsi all'Assemblea regionale siciliana alla prima seduta utile. E intanto va anche oltre, visto che ha manifestato l'intenzione di candidarsi a sindaco di Messina, dove si voterà nel 2018.

A De Luca era stato contestato di avere sottratto al fisco circa 1 milione e 750mila euro.

Il difensore del deputato, l'avvocato Carlo Taormina, ha chiesto l'incidente probatorio.

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