Politica

De Magistris accusa ancora Salvini: "È lui che ha alzato i toni"

Il sindaco Luigi De Magistris incolpa il leader della Lega Matteo Salvini per gli scontri di sabato a Napoli

Non si placano le polemiche dopo il sabato di scontri e violenze per il comizio della Lega a Napoli.

Dopo aver prima difeso chi protestava e poi rispedito al mittente le accuse di complicità coi violenti, ora Luigi De Magistris accusa Matteo Salvini di aver provocato i manifestanti e di essere all'origine delle tensioni.

"Ho sempre detto che Salvini doveva essere accolto con l'ironia, con la satira, con la musica, con la cultura, con la dura contestazione politica, e seppellito con le armi della democrazia e dell'ironia", ha detto il sindaco di Napoli, "Non credo di aver mai alzato il livello. È Salvini che alzato il livello contro la città di Napoli e il sindaco di Napoli non si gira".

Poi si è di nuovo schierato a favore di chi è sceso in piazza contro la Lega: "Conosco la storia del '900 e quella che sta avanzando adesso e sono orgoglioso che la città di Napoli resista politicamente a una avanzata fascista come quella di Matteo Salvini", ha spiegato, "Tra qualche anno le pagine di questi giorni saranno lette in maniera diversa: c'è stato un sindaco che non che non ha sottovalutato quello che dice Napoli è colera e Vesuvio pensaci tu".

E a chi gli chiede perchè ci siano stati scontri, ribatte: "Perché viviamo in un paese in cui non è la prima volta in cui Salvini gira per l'Italia e ci sono scontri. Ma qui c'è stata anche una manifestazione pacifica di 10mila persone". Ma punta il dito anche contro chi - come il prefetto e il Viminale - ha insistito per autorizzare la manifestazione: "Era prevedibile. Forse il suggerimento che avevamo dato il giorno prima doveva essere accolto. Ho talmente la coscienza a posto che posso andare in tutte le sedi".

A tendere la mano è invece lo stesso Salvini: "Sono pronto a un confronto pubblico con il sindaco De Magistris per parlare di Napoli, del Sud, di tutti i problemi che la politica non ha voluto o saputo risolvere e gestire", ha detto il segretario della Lega, "Io ci sono: dove e quando vuole, in tv, in piazza.

Decida lui le regole: lo raggiungo ovunque tranne che in un centro sociale".

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