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Il declino dell'impero ciellino travolto da cemento e sanità

Gli uomini del movimento di don Giussani in Lombardia maneggiano potere. Da Formigoni a Rognoni a Lupi: quanti coinvolti nelle indagini

Il declino dell'impero ciellino travolto da cemento e sanità

Milano - Ogni volta che il marchio Cl viene associato a un'inchiesta o a un giro di appalti, dal quartier generale parte la richiesta di rettifica con la precisazione che Comunione e liberazione è solo un movimento ecclesiale cattolico, fondato dal sacerdote e teologo don Luigi Giussani. Nulla a che vedere con gli affari, «l'unico scopo di Cl è l'educazione alla fede».

Bizantinismi, soprattutto in quell'operosa Lombardia dove i discepoli del Gius hanno con più crudezza visto il compiersi di quel farsi vita mondana maneggiando assessorati, Comuni e gare pubbliche. Ma anche cemento e piani regolatori, tanto che fin tropo scontata è l'ironia su Comunione e speculazione o Comunione e fatturazione. Tanti affari perché la famiglia è numerosa e soprattutto una macchina da guerra a ogni campagna elettorale. Montagne di preferenze che arrivano fino all'ultima al candidato griffato Cl, dal consigliere dell'ultimo comunello fino al governatore. E non è un caso che proprio qui siano nati e diventati grandi (molto grandi) politici come Roberto Formigoni, diventato il «Celeste» proprio in Lombardia dove ha regnato per un ventennio e gestito con mano ferma quel lucroso mondo della sanità che alla fine lo ha trascinato nelle aule di tribunale a rispondere di vacanze esotiche che i pm ritengono essergli state regalate in cambio di favori a imprenditori senza scrupoli. Gettando un'ombra su quel grattacielo da 161 metri e 39 piani con eliporto che Formigoni aveva voluto per marchiare quello skyline su cui per secoli aveva regnato solo la Madonnina dorata del Duomo. Due decenni di leggi e delibere che hanno probabilmente fatto della Lombardia la Regione meglio governata d'Italia e quella con la sanità migliore, ma anche allevato una corte di imprenditori e politici a cui periodicamente attingono le inchieste. Come quest'ultima della procura di Firenze nella quale è finito (seppur non indagato) un altro big ciellino made in Lombardia come Maurizio Lupi. Il salto dalla periferia di Baggio all'alta società quando giovanissimo diventa assessore nella giunta Albertini. Nasce discepolo, poi pari grado e alla fine l'uomo che ha pensato di fargli le scarpe quando su Formigoni si è abbattuta la scure della magistratura diventando il traghettatore per i discepoli del Gius dall'universo berlusconiano a quello di Angelino Alfano. Verso cui si dirige un altro colonnello Cl come Mario Mauro, ma non prima di rimanere folgorato dal loden di Mario Monti. Una frattura, quella tra Formigoni e Lupi, che è l'inizio di una frana. Tanto che ormai ministro del governo Renzi, sono ben poche le preferenze che raccoglie quando si candida alle Europee nel collegio Nord-Ovest per dare una prova di forza e lanciare il progetto degli alfaniani. Ma soprattutto cullando il sogno di diventare il sindaco di Milano, magari alleato con il Pd di Renzi. Ma il mondo di Cl è ormai in crisi, flagellato anche dall'inchiesta sui lavori Expo che ha portato all'arresto di un altro ciellino e formigoniano di ferro come il potentissimo numero uno di Infrastrutture lombarde Antonio Rognoni.

Ancora affari, con quella che fu definita la «cupola degli appalti» e di cui facevano parte vecchi protagonisti di Tangentopoli come Gianstefano Frigerio e Primo Greganti, il «compagno G» di Mani pulite. In manette finì il manager Expo Angelo Paris (cattolico, ma non ciellino). Mentre ciellino è Giacomo Beretta, assessore nella giunta Moratti (dove al ciellino Carlo Masseroli fu affidato il delicatissimo compito di disegnare il Pgt che distribuiva cemento e diritti per edificare) e oggi indagato nell'inchiesta di Firenze per aver pilotato con il manager Antonio Acerbo (già arrestato a ottobre in altra indagine) l'aggiudicazione di Palazzo Italia, la nostra casa all'Expo.

Lontani i tempi in cui don Gius lasciò il seminario di Venegono per venire a Milano a insegnare religione al liceo Berchet.

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