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Il decreto "ad personam" del M5S per allungare la carriera a Davigo

Il limite della pensione tornerà a 72 anni. L'ex pm resta in servizio

Il decreto "ad personam" del M5S per allungare la carriera a Davigo

Era il febbraio 2017 quando dal decreto Milleproroghe veniva escluso un emendamento firmato dal senatore pentastellato Vito Crimi. Con quella modifica, che mirava a coprire le carenze di organico negli uffici giudiziari, il grillino voleva prorogare la soglia della pensione dei magistrati riportando il limite da 70 a 72 anni, dopo che era stato precedentemente abbassato dal governo Renzi, suscitando le durissime polemiche di Piercamillo Davigo (nella foto). L'ex pm di Mani pulite che allora era presidente dell'Anm, si scagliò furiosamente anche contro la successiva proroga definita ad personam, con cui l'esecutivo concesse una deroga alle sole cariche apicali di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei conti, e Avvocatura dello Stato, a cui fu concesso di andare in pensione a 72 anni. Altri tempi. Ora nel Parlamento a maggioranza Lega-Cinque stelle c'è aria di cambiamento e di una norma contraria, che andrebbe a favorire lo stesso magistrato.

Già, perché nel Milleproroghe che dovrebbe arrivare in Aula da Palazzo Chigi entro luglio, secondo il Corriere, potrebbe spuntare grazie ai grillini anche l'innalzamento a 72 anni dell'età della pensione per tutte le toghe. Un intervento che consentirebbe al sessantottenne Davigo, la cui quiescenza scatterebbe nel 2020, di allungare la carriera fino al 2022. Non un dettaglio da poco conto visto che l'ex pm, oggi presiedente della seconda sezione penale della Cassazione, è candidato alle imminenti elezioni del Consiglio superiore della magistratura dove la sua corrente, Autonomia e Indipendenza, potrebbe fare man bassa di eletti. E a costituire, insieme con membri laici di nomina parlamentare indicati dai 5 Stelle, un blocco ben definito alla guida dell'organo di autogoverno della magistratura. Una volta consigliere però, Davigo non potrebbe per motivi di anagrafe completare tutto l'incarico quadriennale a Palazzo dei Marescialli. Dovrebbe interromperlo a metà. Uno smacco per la toga anti establishment che ha promesso di rovesciare il sistema delle scelte, a suo dire poco trasparenti, che vige nel Csm in materia di assunzioni, trasferimenti, e assegnazioni delle poltrone degli uffici giudiziari. Anche se, va detto, non risultano precedenti di consiglieri del Csm che siano stati eletti e poi costretti a dimettersi per il sopraggiungere del pensionamento. Il magistrato però ha già assicurato di essere lontano da simili ragionamenti, e di non esserne interessato.

Intanto la sua partita la giocherà domani e lunedì, quando 9.

500 magistrati saranno chiamati a votare per scegliere i propri rappresentanti, in tutto sedici membri togati. A sua volta, il Parlamento dovrà eleggere gli otto componenti laici: la seduta alla Camera è già convocata per il 19 luglio

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