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Deficit, bad bank e aiuti di Stato Bruxelles si è stancata di Renzi

L'ultima bordata arriva dall'«amico» Moscovici, che scarica il premier sulla flessibilità. Pesa anche il gelo con la Mogherini

Deficit, bad bank e aiuti di Stato Bruxelles si è stancata di Renzi

Di questo passo anche Matteo Renzi avrà un suo monumento celebrativo a Waterloo, viste le sistematiche sconfitte dell'Italia a Bruxelles. Ieri un'altra mazzata è arrivata persino da un esponente che dovrebbe essere «amico» del nostro Paese, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Nonostante sia la vera colonna del gruppo socialista (del quale il Pd fa parte) nel gabinetto Juncker, anche l'ex ministro francese si è sentito in diritto di criticare il governo italiano. «Sappiamo che l'Italia non è il Paese che beneficia di meno dell'aiuto dell'Europa. E dice non abbiamo abbastanza quando hanno più di chiunque altro», ha dichiarato ieri alla Stampa stigmatizzando le rimostranze italiane per i dubbi sollevati sull'eccessivo ricorso all'extradeficit, nella legge di Stabilità e confermando i dubbi sull'ok definitivo da parte dell'Ue.Se anche colui che era stato salutato come il migliore alleato degli italiani nell'esecutivo comunitario ha tirato una bordata a Palazzo Chigi, allora c'è veramente da preoccuparsi. Anche perché, mai come ora, la cura delle priorità italiane a Bruxelles è abbandonata a se stessa. Il presidente del Consiglio, da mesi, ha tagliato i ponti con l'Alto rappresentante per la politica estera e vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, che lui stesso aveva imposto. A lei viene imputata l'assenza sui temi importanti ma il suo ruolo prevede che sia sempre in viaggio. Il problema è che Renzi ha di fatto «licenziato», delegittimandolo, l'ambasciatore italiano all'Ue Stefano Sannino (ostracizzato per i buoni rapporti con Enrico Letta) senza avere la certezza di poterlo sostituire con Cesare Maria Ragaglini che non ha voluto lasciare Mosca. Se a questo aggiungiamo che il nostro sottosegretario agli Affari Ue, Sandro Gozi, non riesce a incidere e che l'unico italiano sia stato cacciato dal gabinetto Juncker, si capisce perché l'Italia sia in balia delle onde.Lo sa benissimo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che ieri ha esposto all'Ecofin il nuovo piano per la bad bank italiana. Niente più veicolo a partecipazione pubblica con garanzia diretta sui crediti dubbi (oltre 200 miliardi) delle banche italiane, ma solo una sorta di fidejussione «a richiesta» per coprire i privati che acquisteranno le sofferenze. Il ministro deve cantare e portare la croce perché in Europa non c'è nessuno che lo aiuti. Se n'è accorto al momento di salvare le quattro banche locai in difficoltà: i risparmiatori hanno dovuto subire il bail in perché nessuno è stato in grado di salvarli. Non è detto che con un intervento pubblico sarebbe andata meglio, visto che i Monti-bond per Mps furono una sorta di capestro.L'elenco non finisce qui. L'Italia rischia una procedura di infrazione per il prestito-ponte all'Ilva da aggiungere a quelle sui debiti non pagati della Pa o sul mancato rilievo delle impronte digitali dei migranti. E c'è di più. L'Ue sta per riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato che ci penalizzerà ulteriormente. Anche Berlusconi, come l'attuale premier ma in misura inferiore, criticava Merkel e rilasciava interviste al vetriolo, ma a differenza di Renzi aveva un solido rapporto con Russia e Usa e aveva fatto eleggere un presidente della Commissione Ue (Barroso). Le bizze di Matteo, invece, le stanno pagando gli italiani.

A carissimo prezzo.

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