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Democratici in caduta libera. E gli azzurri staccano la Lega

Il partito di Renzi continua la discesa e sprofonda sotto il 23%. Forza Italia supera il Carroccio di quattro punti

Democratici in caduta libera. E gli azzurri staccano la Lega

Ormai l'espressione «caduta libera» non è più una forzatura stilistica. Non può più essere considerato il solito corrivo modo di dire che i giornalisti usano per impressionare i lettori. Quella del Partito democratico nei sondaggi è una caduta senza freni. Nell'ultima rilevazione, fatta dall'istituto Ixè per il giornale on line Huffington post, il partito di Matteo Renzi si ferma al 22, 8%. Inabissandosi sotto la «soglia psicologica» del 23%. Una situazione che sta sfuggendo di mano agli strateghi di Largo del Nazareno. Tanto che più di uno propone a mezza bocca di mandare avanti il premier attuale, Paolo Gentiloni, come candidato per il Pd. Non solo è lontano il 40% toccato alle Europee di tre anni fa (data che impietosamente i sondaggisti usano come riferimento, visto che è l'ultimo voto utile a livello nazionale). Il partito guidato da Renzi ha continuato a scendere di gradimento con una costanza davvero imprevedibile. A luglio (riportiamo sempre i dati Ixè) era al 27,5%. Poi è stato un calo continuo, ma contenuto, fino al tracollo di fine ottobre. Forse la smacco subito da Renzi sulla questione Banca Italia con la bocciatura della sua mozione di sfiducia a Visco, forse la spaccatura a sinistra con Grasso e Bersani, forse il ritorno della «questione Boschi», fatto è che il partito è crollato al 23,8% a metà novembre, per scendere al 23,4 una settimana dopo e infine al 23,1 del 6 dicembre. A sinistra, forse, non è piaciuto nemmeno il muro contro muro sulla legge elettorale. Quel non «capirsi», quella mancanza di dialogo tra Rosato, Fiano e Renzi da una parte e D'Alema e Bersani dall'altra, ha messo in cattiva luce i protagonisti di questo braccio di ferro.

Se il Pd esce con le ossa rotte da questo sondaggio, la stessa cosa non si può dire del Movimento Cinque Stelle. Dal precedente del 27,5% del 22 dicembre i grillini passano al 29%. La loro leadership come singolo partito ovviamente è incontestabile. L'aver già scelto il candidato premier, però, alla lunga potrebbe essere un handicap. Luigi Di Maio, infatti, non riesce a creare dialogo con le altre forze politiche e una campagna elettorale troppo personalizzata, sussurrano gli addetti ai lavori, potrebbe rivelarsi un boomerang per il Movimento fondato da Grillo.

Il Rosatellum bis, così come immaginato dai legislatori, favorisce però le coalizioni ed è sul fronte del centrodestra che va cercato un trend positivo. Forza Italia, infatti, aumenta il consenso. Passa dal 13,3 dell'11 agosto al 15,5 di metà novembre. Un balzo che non frena, però, l'abbrivio. Tanto che l'ultima rilevazione Ixè dà il partito di Silvio Berlusconi al 16,2%. Tutta la coalizione del centrodestra supera il 36%. Attestandosi come primo soggetto politico nei sondaggi. Da registrare, però, che la forbice con la Lega di Salvini aumenta, dal momento che quest'ultima sta andando nella direzione opposta. Se il Carroccio, a metà agosto era sopra di 1,7 punti di percentuale, il consenso presso l'opinione pubblica è calato progressivamente e inesorabilmente. A metà novembre la Lega era al 13,5 mentre il 6 dicembre era già sotto quota 13% (12,7) fino a raggiungere adesso soltanto il 12,1 per cento. Sostanzialmente stabile l'altra gamba della colazione, Fratelli d'Italia, che si attesta al cinque per cento.

Insomma, senza l'aiuto della sinistra, il Pd non ce la può fare.

Soprattutto adesso che i sondaggi danno stabilmente sopra il sette per cento il nuovo soggetto politico Liberi e uniti, guidato dal presidente del Senato Pietro Grasso.

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