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Cresce il fronte del dialogo tra Pd e M5s. Orfini attacca: "No orge"

Nervi tesi nel Partito democratico dopo le nuove aperture all'ipotesi di sedersi al tavolo con il M5s

Cresce il fronte del dialogo tra Pd e M5s. Orfini attacca: "No orge"

Nervi tesi nel Partito democratico dopo le nuove aperture all'ipotesi di sedersi al tavolo con il M5s. Ieri l'intervento di Walter Veltroni che ha auspicato la possibilità di avviare una trattativa, sotto la diretta supervisione del Capo dello Stato, oggi Ettore Rosato è tornato sull'argomento, aprendo alla possibilità di un referendum tra gli iscritti dem nel caso la proposta dovesse essere formalizzata all'interno del partito e votata. "Io non sono d'accordo a fare un governo con i 5 Stelle, se dovremo prendere qualche decisione importante il sistema della consultazione degli iscritti sarebbe utile. Se ci fosse una proposta per fare un governo potremmo sottoporla ai nostri iscritti".

Piccoli spiragli che si vanno ad aggiungere alle aperture fatte da Dario Franceschini, con l'idea di un Pd che aiuta a far partire una legislatura Costituente, e Michele Emiliano, esponente della minoranza favorevole al dialogo con i pentastellati. La direzione del partito, va ricordato, ha approvato l'ordine del giorno che recepiva la mozione del segretario reggente, Maurizio Martina. Dunque, opposizione. Ma anche un attivo contributo al lavoro del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel caso ce ne fosse la necessità. I due fronti, favorevoli e contrari al dialogo, si appigliano ora all'uno ora all'altro passaggio della relazione. Documento, quello uscito dal parlamentino dem, che è vincolante per Matteo Orfini che dice 'nò a una "strampalata orgia di un governo con tutti dentro".

Anche perché, spiega durante la presentazione di un libro, "tutti non ci sono, ci hanno già fatto sapere di non voler stare con noi". E sul referendum tra gli iscritti: "E' uno strumento previsto dallo Statuto, ma non ne vedo la necessità". Una chiusura , quella del presidente dell'assemblea dem, infarcita di stoccate a chi in questi giorni sta lavorando per il dialogo, a partire "da certi ministri che sono silenti da settimane". Orfini trova che "il dibattito sul nostro rapporto con il M5s sia abbastanza strano, per usare termini che non danno titoli alle agenzie...Noi abbiamo votato in direzione un documento che diceva che stiamo all'opposizione. Tutto il Pd è stato d'accordo. Il giorno dopo alcuni hanno cominciato a chiedere un'altra cosa.

Superando il primo momento di stupore, ho provato a interrogarmi su questa idea brillante di un governo con tutti".

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