Politica

Dieci soldati italiani nell'epicentro del golpe

Fausto Biloslavo

Una decina di soldati italiani si sono ritrovati venerdì notte nell'epicentro del fallito golpe ad Istanbul. Secondo la Difesa sono dieci i militari impiegati presso la Forza di reazione rapida della Nato a Sisli, sobborgo della città. Il comandante turco del Terzo corpo, generale Erdal Öztürk, a capo della grande unità Nato è stato arrestato. I suoi carri Leopard avevano bloccato per qualche ora lo stretto del Bosforo. Ed aggiungendo benzina sul fuoco il segretario di stato americano, John Kerry, ha dichiarato lunedì da Bruxelles che la Nato richiede obblighi precisi per quanto riguarda il rispetto della democrazia e «osserverà da vicino gli sviluppi della situazione» in Turchia. Al fianco di Kerry c'era l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini. Ieri la Nato e gli Stati Uniti hanno ribadito i solidi rapporti con la Turchia. E ieri è trapelata la notizia che anche 100 uomini del Mit, la potente intelligence turca sono stati destituiti. Le liste delle persone da arrestare in Turchia era «disponibile subito dopo il tentativo di golpe» e questo indica che «sono state preparate (prima) per essere usata in una certa fase». La denuncia arriva a Bruxelles dal Commissario Ue per l'Allargamento, Johannes Hahn. Il comando Nato di Sisli, distretto di Istanbul, è multinazionale a livello di corpo d'armata, ad alta prontezza operativa, fin dal 2001. Nella struttura gerarchica scaricata prima che il sito si bloccasse ci sono alcuni ufficiali belgi e americani compreso un italiano responsabile del G5. Il generale Öztürk ha ordinato alle sue unità integrate nella Nato, di prendere posizione ad Istanbul da Sisli. Ai militari italiani i golpisti dovrebbero essere passati davanti agli occhi. I nostri soldati in Turchia sono 150. Una ventina ad Izmir (Smirne) in un altro comando Nato terrestre. Il numero due è il generale Paolo Ruggiero. La base più grande e importante della Nato è quella di Incirlik, epicentro dei raid alleati contro il Califfo. Investigatori e magistrati turchi sono sul posto per indagare su possibili collusioni con la Nato e gli americani, che nella base sono 1500. Il sospetto è che un aereo cisterna americano abbia rifornito in volo gli F 16 dei golpisti.

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