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Diffamazione, Pillon costretto a risarcire l'Arcigay

Diffamazione, Pillon costretto a risarcire l'Arcigay

Roma - È sui temi etici che si mostra debole il legame tra Lega e Movimento 5 stelle. E la sentenza che obbliga il senatore leghista Simone Pillon a risarcire l'associazione Omphalos, aderente ad Arcigay, per averla diffamata ne è un significativo corollario. La sentenza del Tribunale di Perugia obbliga Pillon a versare 30mila euro all'associazione. Il senatore era stato citato in giudizio per aver affermato che gli interventi informativi contro l'omofobia dell'associazione con gli studenti degli istituti superiori fossero in realtà inviti ad avere rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Anche sul piano politico Pillon e il suo partito sono messi all'angolo dal gioco di sponda dei grillini che ora affiancano il Pd nella strategia di congelare e, di fatto, rigettare il ddl che porta proprio la firma di Pillon. Rivoluzionare il diritto di famiglia con un capitolo sull'affido condiviso poco apprezzato dalle donne, costringe il movimento di Di Maio a un passo indietro.

Pure su un altro fronte la Lega è costretta a gettare la spugna. Ieri alla Camera dei deputati non è infatti passata la mozione di Fratelli d'Italia che impegnava il governo a strumenti legislativi sulla difesa della famiglia naturale.

Lo stesso ministro (leghista) Lorenzo Fontana si era mostrato aperto alla mozione di FdI, tanto più che sempre ieri nel corso di un'audizione in Commissione affari costituzionali lo stesso Fontana lanciava l'allarme: la situazione demografica nel nostro Paese è «preoccupante». «Continuano a diminuire - dice - le famiglie numerose. Quelle con quattro figli erano negli anni Settanta una su cinque, ora sono una su 17». E sulla denatalità la Lega aveva poggiato una parte importante del suo programma elettorale. Ieri invece l'unica mozione passata (di quelle avanzate per le misure sull'incremento della natalità) è quella presentata da Massimiliano Panizzut (Lega) e Stefania Mammì (M5S). Mozione che invita il governo ad adoperarsi in sede europea per l'introduzione di una golden rule per gli investimenti nelle politiche familiari. La mozione di FdI (presentata da Maria Teresa Bellucci) impegnava invece il governo all'introduzione di un reddito d'infanzia, del quoziente familiare e di incentivi alle imprese che assumono mamme e donne in età fertile.

«Dopo economia, lavoro e infrastrutture - tuona Giorgia Meloni - ora la Lega ha delegato al Movimento anche le politiche sulla famiglia».

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