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Diktat della Germania sui conti italiani: la flessibilità è a rischio

Congelato lo sconto sul deficit da 9 miliardi Pensioni, via libera all'Ape: ora le domande

Diktat della Germania sui conti italiani: la flessibilità è a rischio

La Ue vuole aiutare il governo Gentiloni a tagliare il traguardo di fine legislatura, ma la Commissione non se la sente di contraddire troppo la Germania e sospende il giudizio sui conti italiani. Ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è atterrato al Lussemburgo per l'Ecofin con buone speranze.

Ma prima si è trovato ad affrontare una grana non da poco con la Grecia. Tre funzionari, un italiano uno spagnolo e uno slovacco, sono a rischio di procedimento penale ad Atene per aver firmato una valutazione su una privatizzazione di alcuni immobili giudicata errata. Il governo ellenico ha cercato di tamponare l'incidente diplomatico, ma i giudizi di Atene ancora non hanno ritirato le accuse. Il risultato è che la tranche di finanziamenti da 8,5 miliardi che attendeva la Grecia è stata sospesa. Tra i più accesi sostenitori dello stop ai finanziamenti, proprio il ministro italiano. Più tiepidi gli altri. Difficile capire cosa sarebbe successo se i funzionari fossero stati di stati meno periferici.

Poi, per quanto riguarda i conti pubblici, nelle raccomandazioni votate dai ministri finanziari dell'Ue c'è l'invito a «perseguire uno sforzo di bilancio sostanziale nel 2018».

Il ministro Padoan due settimane fa aveva inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo uno sconto sull'aggiustamento strutturale del deficit dallo 0,6% allo 0,3%, pari a nove miliardi. Sconto che, per il momento non c'è. Nel documento l'Ecofin chiede all'Italia di accelerare sulle privatizzazioni e quindi ridurre il rapporto debito/pil. Poi suggerisce la famosa ricetta del tassare meno il lavoro e spostare il carico fiscale sugli immobili reintroducendo le imposte sulla prima casa. Raccomandazioni anche sulle banche, con l'accelerazione della riduzione dei crediti deteriorati.

La novità è quello che manca, cioè l'atteso via libera anticipato alla flessibilità per 9 miliardi di euro. Il ministro dell'Economia ha fatto capire che lo sconto arriverà.

Magari dopo l'incontro tra il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker che si terrà la prossima settimana, chiesto da Palazzo Chigi per affrontare due emergenze: immigrazione e, appunto, la flessibilità. L'atteggiamento dell'Unione, ha assicurato Padoan, «è più equilibrato che in passato» e «nulla mi fa pensare che l'aggiustamento dello 0,3%» sarà rigettato.

La sospensione del giudizio è però nei fatti e la motivazione è il braccio di ferro tra la Commissione europea e gli stati rigoristi, Germania in testa, su chi deve concedere la flessibilità. L'esecutivo Ue vuole tenersi questa prerogativa. Berlino teme che la valutazione di Bruxelles sia poco rigorosa e molto politica. A Roma tocca tifare per l'Europa.

Giovedì è stata approvata definitivamente la manovra da 3,4 miliardi e ieri è partita concretamente una delle misure previste dalla ultima legge di Bilancio, cioè l'anticipo pensionistico. Da questa mattina, ha annunciato il presidente dell'Inps Tito Boeri, «siamo in grado di raccogliere le domande di Ape social, la legge è andata in Gazzetta Ufficiale».

In sostanza chi ha diritto all'anticipo della pensione senza oneri e quindi appartiene alle categorie svantaggiate individuate dalla riforma delle pensioni, può fare domanda.

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