Politica

Il diritto di dare del delinquente

Hanno ragione coloro (tra i quali Antonio Padellaro) che si sono scandalizzati perché Gianluca Bonanno, parlamentare europeo della Lega, ha detto che i rom sono la «feccia della società»? Un minimo di creanza impone in effetti una norma: mai definire (...)

(...) qualcuno «brutto, sporco e cattivo» anche se è bruttissimo, sporchissimo e cattivissimo. Ma è evidente che nel caso non puoi neppure affermare che sia bello, pulito e buono, altrimenti lo prenderesti in giro, e sarebbe peggio.

Pertanto non capisco per quale motivo non si possano criticare quei signori che, a onta del progresso civile e materiale, si ostinano a vivere nelle roulotte e nelle baracche nonché a sbarcare il lunario ricorrendo a espedienti ai limiti della legalità, pretendendo inoltre sussidi e vari aiuti pubblici. Intendiamoci. Ciascuno è libero di campare come gli garba, persino nel modo pessimo descritto sopra, ma a condizione che se la cavi in proprio, senza importunare il prossimo, dedicarsi alla questua, istruire minori affinché suscitino pena nei passanti, inducendoli a sganciare, e possibilmente senza fare razzie sui treni e nelle case.

Non pochi, specialmente progressisti politically correct , sostengono che bisogna rispettare la cultura dei rom e accettarli quali sono, rinunciando alla velleità di mutarne i costumi. La tesi è discutibile. Infatti, l'umanità è soggetta da sempre all'evoluzione della specie e tende a migliorare la propria esistenza, cercando di renderla decente sul piano igienico, professionale e dell'educazione.

L'Italia un tempo era un Paese di emigranti, tra cui numerosi poveri contadini analfabeti, che di punto in bianco venivano catapultati dalla masseria a New York, suppongo con qualche disagio e tanta fatica, eppure erano capaci di integrarsi e di fare strada. Come si spiega, invece, che i rom (tranne lodevoli eccezioni) continuano a non essere stanziali e tirano sera secondo usi immutati da secoli? Non sarà che preferiscono, per indolenza, arrangiarsi come sappiamo piuttosto che lavorare e comportarsi in base alle regole osservate dalla stragrande maggioranza dei cittadini? Almeno un dubbio è necessario porselo se non si vuole liquidare il problema dando del razzista a chiunque sia perplesso sullo stile dei rom, i quali non saranno la feccia della società, ma agiscono sovente come se lo fossero.

Se gli alberi si giudicano dai frutti e gli uomini dalle opere, quelle degli zingari non meritano applausi. Anni fa, ladri e farabutti di ogni genere godevano di una giustificazione fornita loro dalle ideologie all'epoca correnti: colpa della società ingiusta che li spinge a delinquere.

Mi pare che per pigrizia mentale si adotti ancora quel criterio ignobile di valutazione.

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