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Il discorso difficile dell'assessore alla 'Roma semplice'

Flavia Marzano, neoassessore alla Roma semplice, si presenta con un video su Facebook ma il suo discorso è tutt'altro che 'semplice e smart'

Il discorso difficile dell'assessore alla 'Roma semplice'

Smart, utilizzare e supportare. Sembrano essere queste le parole preferite da Flavia Marzano, neoassessore alla Roma Semplice. Ma, nel suo discorso di benvenuto, pubblicato sul profilo Facebook del sindaco della Capitale, Virginia Raggi, di semplice c’è ben poco.

La Marzano prima di tutto fa una breve presentazione del suo curriculum vitae e, poi, cerca di spiegare cos’ha in mente di fare nel corso del suo mandato, ma il risultato è a dir poco deludente e incomprensibile. Il neoassessore vanta un’esperienza di 26 anni nel campo dell’innovazione e racconta dei risultati ottenuti dagli ‘Stati generali dell’innovazione grazie a cui si è favorita in Italia l’introduzione del FOIA, il freedom of information act. La Marzano spiega che, tra alti e bassi “non è andata sempre liscissima” e, poi, dice di essere malata di“acronimite" quando parla della sua associazione, la Weister, Women for Intelligent and Smart TERritories, che è composta da gruppo di 500 donne. E già qui ci sarebbe da chiedersi se tutti conoscono il FOIA ma anche quali malesseri causi ‘l’acronimite’ anche se è certo che il superlativo assoluto di liscia è difficile da trovare in qualsiasi grammatica italiana.

“Le città possono essere smart perché usano bene le tecnologie ma non sono tanto smart se non lo sono i cittadini e i politici che lavorano con i cittadini”, spiega la Marzano che si prefigge l’obiettivo di supportare non solo i cittadini che sono già smart, ma anche il 30% di cittadini che non lo sono, “supportare loro a essere più innovativi”. In cosa consista concretamente tale supporto e quale sia la sua idea di innovazione non è dato saperlo.

Per la Marzano “le tecnologie sono uno strumento, non un fine” e dunque “possono essere a volte lo strumento giusto, altre volte possono essere bypassate da cose più semplici. Risparmiamo l’uso delle tecnologie se non è essenziale”. Anche qui si viaggia nel campo dell’imperscrutabile. Come si bypassano le tecnologie e quali siano le ‘cose più semplici’ son due quesiti che restano senza risposta.

Ma non è tutto. “Laddove sono utili e importanti le dobbiamo portare, abbiamo il dovere e la voglia di portarle, di supportare chi non è competente a sufficienza per farlo di aiutarlo a farlo magari con i ragazzi, con i giovani che, invece, purtroppo non trovano lavoro a sufficienza”, dice la Marzano che ha un oggettivo problema con i relativi e ama usare l’espressione “a sufficienza” un po’ troppo.“Vedere anche, se e come con i giovani che sono, si dice nativi digitali ma magari cui mancano…manca la consapevolezza di cosa c’è dietro il digitale ma sono di grande capacità di utilizzo del digitale. Quindi usare loro utilizzandoli per supportare le persone un po’ meno digitali a utilizzare e fruire i servizi che la pubblica amministrazione deve poter dare loro”, sottolinea l’assessore che ormai dovremmo ribattezzare alla ‘Roma difficile’ perché trovare un senso a queste frasi è un’impresa titanica.

Ma la parte conclusiva lascia ancora più interdetti. “Dobbiamo partire dalla fotografia dell’esistente. Capire cosa c’è perché se qualcosa di buono è stato fatto va utilizzato, se qualcosa manca va fatto”. E questo è un po’ come scoprire l’acqua calda. “Capire cosa c’è - prosegue la Marzano - per garantire a me stessa e ai cittadini, poi, di vedere nel tempo che cosa faremo. Faremo poco, faremo tanto si vede dalla fotografia del presente”. Idem come sopra. La Marzano, infine, chiosa il suo intervento con alcune parole chiave:“Trasparenza, partecipazione, collaborazione, ascolto. Ascolto di quello che la cittadinanza ci può dire, di quello che tutti gli stakeholder, tutti gli attori del territorio ci possono aiutare a fare meglio”. E con questa perla termina il discorso più breve e più difficile da interpretare di un assessore che dovrebbe occuparsi di rendere ‘Roma semplice’.

Auguri ai cittadini della Capitale, smart, nativi digitali e non solo.

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