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Il discorso di fine anno di Mattarella

Il presidente della Repubblica parla poco dell'anno passato e si concentra sulle elezioni: "Giovani, andate a votare"

Il discorso di fine anno di Mattarella

Il voto, l'astensionismo, il lavoro e i giovani. Sono i temi più importanti che Sergio Mattarella ha toccato nei suoi tradizionali auguri al Paese.

Un discorso di fine anno durato dieci minuti (guarda) in cui si è concentrato sull'anno che ci aspetta più che su quello appena passato. A partire dalle prossime elezioni politiche.

"Mi auguro un'ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese", ha detto Mattarella, "Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta". Quindi il parallelismo con gli altri "ragazzi del '99", quelli che durante la Grande guerra "vennero mandati in guerra, nelle trincee" e "vi morirono": "Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica", aggiunge il Capo dello Stato, "Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo. Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all'arma nucleare. Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese".

Dopo aver ricordato che settant'anni fa entrava in vigore la Costituzione, Mattarella ha sottolineato il fatto di aver chiuo la legislatura per "rispettare il ritmo, fisiologico, di cinque anni, previsto dalla Costituzione" e che "andremo a votare con una nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, omogenea per le due Camere".

"Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l'avvenire, così deformando il rapporto con la realtà. La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro", ha poi aggiunto il Presidente della Repubblica, "In questo tempo, la parola futuro può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un'idea positiva di progresso. I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità. L'autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre".

La priorità sociale resta però il lavoro: "Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro", spiega Mattarella, "E' necessario che ve ne sia in ogni famiglia. E va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano".

Solo un accenno, invece, all'anno che è passato: nel suo discorso il presidente della Repubblica ricorda "le vittime di Rigopiano e della alluvione di Livorno; i cittadini di Ischia, che hanno patito gli effetti di un altro sisma e tutti coloro che, nel corso dell'anno, hanno attraversato momenti di dolore", ma anche "i nostri concittadini vittime dell'attentato di Barcellona", che ci ricordano "il dovere di mantenere la massima vigilanza nella lotta al terrorismo".

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