Politica

Dispetto elettorale della Raggi Diserta la cerimonia ebraica

La sindaca non va al ghetto per la celebrazione del 16 ottobre e va ad Amatrice dal collega Pirozzi

Dispetto elettorale della Raggi Diserta la cerimonia ebraica

Roma - Si vede subito chi è già in «campagna elettorale» e chi no. Almeno ieri a Roma si è percepita netta la differenza tra l'agire del presidente della Regione e la sindaca. Nicola Zingaretti (in scadenza di mandato) ha partecipato alle celebrazioni del 16 ottobre scoprendo una targa dove ha abitato per quindici anni il celebre studioso di letteratura italiana novecentesca Giacomo Debenedetti. La targa, a via del Governo Vecchio, ricorda il critico ma anche il celebrato autore di un racconto immortale dedicato proprio al 16 ottobre del '43, il giorno più tragico e più nero per l'antichissima comunità ebraica di Roma. Il giorno cioè del rastrellamento di 1.023 ebrei. Dei quali soltanto sedici sono sopravvissuti ai campi di concentramento. La sindaca della città, che quella data soffre come una ferita ancora aperta, invece, ha dato forfait. Ovvero ha rinunciato a partecipare alle celebrazioni del 16 ottobre. Ieri mattina, infatti, non era all'Auditorium Parco della Musica dove i ragazzi di alcune scuole romane hanno assistito alla proiezione del film Una volta nella vita di Marie-Castille Mention Schaar (docu-film ambientato in una classe di una scuola di periferia parigina dove l'insegnante cerca di spiegare cosa è stata la Shoah). E anche all'appuntamento in programma ieri pomeriggio al Portico d'Ottavia, dove si inaugurava una mostra sulla storia delle leggi razziali promulgate nel '38, della sindaca Raggi non c'era traccia. Poi, si verrà a sapere che nel pomeriggio la prima cittadina era andata ad Amatrice per incontrare il collega Sergio Pirozzi. E pensare che il secondo dei due appuntamenti aveva un significato particolare. La mostra sulle leggi razziali, infatti, parla di quelle liste che appunto sono servite ai tedeschi per il loro sciagurato rastrellamento del 16 ottobre del '43. E anche perché la mostra si pone come anteprima di quello che sarà entro breve il nuovo Museo della Shoah di Roma. L'assenza della sindaca non è passata inosservata. C'è chi ci ha visto un modo opaco per mettere in difficoltà la rivale Roberta Lombardi, neo vincitrice delle regionarie a Cinque Stelle. Una sorta di boicottaggio elettorale. I suoi fieri oppositori del Pd in consiglio comunale hanno ricordato l'altra gaffe istituzionale quando a marzo ha delegato il vicesindaco Luca Bergamo a rappresentare il Comune alle celebrazioni per le vittime delle Fosse Ardeatine. Allora furono in molti a levare una voce di forte critica: «È la prima volta che un sindaco non è presente - tuonò all'epoca il consigliere comunale del Pd Marco Miccoli -. Anche Alemanno è sempre venuto». E lo stesso Miccoli, insieme con Athos De Luca, ieri è tornato a puntare il dito contro la Raggi. «Siamo in presenza di una non-sindaca - dice sconfortato Miccoli - che non conosce la città, le sue passioni, i suoi dolori. Povera Roma».

Va comunque ricordato che la Raggi aveva partecipato domenica pomeriggio alla marcia silenziosa che ha attraversato Trastevere per concludersi proprio al Ghetto.

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