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Come una diva anni '40 con Chiara Boni

«Quando entra un'attrice in una stanza nessuno se ne accorge, quando entra una diva lo capiscono tutti» diceva il regista Elia Kazan. Chiara Boni ha sempre fatto moda su questo concetto e con la collezione del prossimo inverno in passerella l'altra sera a New York ha anche calcato la mano con i simboli del divismo d'antan: dai cappellini tipo toque con piume di seta tagliate e dipinte in atelier, ai tirabaci più rossetto scarlatto. Inevitabile chiedere come avrebbero reagito Marlene Dietrich, Carol Lombard ed Hedy Lamarr alle molestie di un Weinstein. «Sono dalla parte delle donne e condanno i molestatori» risponde la stilista per poi aggiungere che le regine di Hollywood avevano trovato un modo di navigare nelle acque pericolose dei produttori con le mani lunghe e forse in questo le aiutavano anche i vestiti difficilmente accessibili. «I miei sono in jersey e cedono solo dopo qualche lavatrice, ma pur essendo per loro natura sexy e femminili hanno sempre un certo non so che di austero» conclude. In effetti gli scolli sono profondi ma misurati. Le gonne strette sul fondo e mai troppo corte t'impongono di camminare con le ginocchia strette e non con quel passo da cavalla imbizzarrita che piace alle ragazzacce scapestrate. Quanto ai colori accanto ai classici nude, azzurro cielo e verde giada ci sono gessati e pied de poule. Il brand va benissimo: più 45% nel 2017, previsioni di crescita del 25/30% per quest'anno.

DaFe

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