Politica

Le divisioni dell'Ncd e la politica dei tre forni

Nelle città in cui si vota a primavera l'Ncd si allea sia con il centrodestra che con la sinistra. E in certi casi, come a Roma, va da solo. Una politica buona per tutte le stagioni

Le divisioni dell'Ncd e la politica dei tre forni

“Chi vuole andarsene, lo faccia. Da Berlusconi, Renzi, Salvini, vada pure. Noi siamo e restiamo al governo per fare le riforme”. Angelino Alfano fu chiaro lo scorso settembre. In vista delle amministrative 2016 l'Ncd sarebbe rimasto fermo sulle proprie posizioni, bloccando le opposte spinte centrifughe di chi da un lato avrebbe voluto un'alleanza strutturale con Renzi, e chi, invece, voleva stringere un patto con il centrodestra.

Cinque mesi dopo la musica non è cambiata. Il partito è sempre più diviso tra chi vuole rinsaldare l'alleanza con il centrosinistra e chi, invece, spinge per un ritorno con Berlusconi. Lo specchio di questa divisione sono le alleanze politiche in vista del voto amministrativo. L'Ncd ha scelto la politica dei due forni, anzi "tre forni". A Milano sta con Stefano Parisi, il manager individuato da Berlusconi, Salvini e Meloni come l'uomo giusto per contendere Palazzo Marino a Beppe Sala. A Roma, invece, l'Ncd ha deciso di sostenere la candidatura “civica” di Alfio Marchini, dicendo no sia a Bertolaso (centrodestra), sia al candidato che verrà fuori dalle primarie del centrosinistra. A Napoli e a Salerno l'Ncd sta con il Pd. In altri centri importanti, come ad esempio Torino, intende proporre una candidatura centrista di bandiera: si pensa a Roberto Rosso, che 15 anni fa con il centrodestra sfidò Chiamparino. Oggi all'ombra della Mole il centrodestra spinge per Osvaldo Napoli (Fi). A Bologna i centristi dovrebbero sostenere il sindaco uscente del Pd, Virginio Merola, anche se c'è da tenere conto della diaspora di Giovanardi, che da poco è uscito dall'Ncd in polemica con la linea troppo "renziana".

La scelta di Marchini a Roma è stata spiegata in questo modo da Alfano, in una recente intervista a “In mezz'ora” (Raitre): “Noi abbiamo sempre visto con favore la candidatura di Alfio Marchini, se, come ha detto già Beatrice Lorenzin, non va a spiaggiarsi verso destra. Siamo assolutamente orientati a sostenere un candidato civico come Marchini, ma lo facciamo in una logica che è meglio schierarsi con un civico che con blocchi di partiti”.

Alfano privilegia le candidature civiche, dicendo no alle vecchie contrapposizioni fra partiti, legate a schemi di politica nazionale. Ma a questo punto viene spontanea una domanda: e Milano? Lì i candidati civici sono due, Sala e Parisi, e la scelta è andata sul secondo, sulla base di una scelta che, più che altro, sembra mossa da una scommessa: far vedere che l'Ncd non ha problemi a stare nel centrodestra, se si tratta di sostenere un nome valido, un “moderato” che ha dimostrato, sul campo, i propri meriti. Ora, tenuto conto che sia Sala che Parisi sono stati, a suo tempo, general manager a Palazzo Marino, il primo con la giunta Moratti, il secondo con la giunta Albertini (entrambe di centrodestra), è evidente che si tratta di due candidati moderati. Se la scelta dell'Ncd è caduta su Parisi, dunque, vorrà pur dire qualcosa.

La risposta ha un nome e un cognome: Maurizio Lupi. È stato lui a convincere il partito a sposare la candidatura Parisi a Milano. Fa parte di quel gruppo di neocentristi preoccupati dell'abbraccio mortale con Renzi e, proprio per questo, desiderosi di tenersi una ciambella di salvataggio che galleggi nelle acque del centrodestra. Se gli alfaniani filogovernativi spingevano per un'alleanza con Renzi (e dunque con Sala, una volta che questi ha vinto le primarie), la linea Lupi ha invece tenuto conto degli equilibri politici presenti in Regione Lombardia, che vedono l'Ncd schierato con il governatore Roberto Maroni, in alleanza con gli altri partiti del centrodestra.

Lupi, che non ha mai negato di apprezzare il Sala-manager, ha preso le distanze dal Sala-politico in questo modo: “Ha scelto legittimamente di fare le primarie e di andare in continuità con la giunta Pisapia in una coalizione che vive contraddizioni e distanze interne enormi”. Ma quali sono queste contraddizioni profonde: l'alleanza con Sel e la coabitazione, a giudizio di Lupi difficile, tra Sala, Balzani e Majorino, questi ultimi, decisamente più spostati a sinistra, suoi avversari alle primarie. Lupi fa un esempio: “Come farà (Sala, ndr) a portare avanti l’idea di privatizzare alcune aziende con chi è contrario a questa scelta?”. A chi gli fa notare che, tutto sommato, lo stesso tipo di problemi con gli alleati li può avere anche l'Ncd con Salvini e la Lega, Lupi replica mettendo le mani avanti: “Le distanze con Salvini ci sono e sono profonde, ma rappresentano una ricchezza per la coalizione. Toccherà a Parisi, candidato sindaco, il compito di tenere insieme in modo positivo le diversità della coalizione”.

Alle prossime amministrative, dunque, l'Ncd starà contemporaneamente con la destra, la sinistra e il centro. Insomma, con tutti. Subito dopo il voto si faranno i conti. In ballo non ci sono solo le amministrazioni comunali.

E in vista delle Politiche le idee dovranno farsi giocoforza più chiare: dei tre forni attualmente in uso due, per forza, dovranno essere chiusi.

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