Rubrica Cucù

Da domani si chiamerà Semorto

Da venti settimane consecutive si apre la settimana decisiva per le riforme. È penosa la formula rituale che apre ogni domenica, si ripete il lunedì poi sfuma il martedì e dal mercoledì in poi scema nel nulla

Da domani si chiamerà Semorto

Da venti settimane consecutive si apre la settimana decisiva per le riforme. È penosa la formula rituale che apre ogni domenica, si ripete il lunedì poi sfuma il martedì e dal mercoledì in poi scema nel nulla.

Ma la cosa peggiore non è l'aspettativa che abortisce ogni settimana ma il miracolo farlocco della parola: Riforme. Il Paese boccheggia, c'è malessere e disoccupazione? Ma ora arrivano le Riforme. Di che si tratta, scusi? Il Senato che diventa Semorto, contrazione di semi-morto. Cosa che non cambia di un filino la sorte d'Italia e neanche avvia un beneamato nulla.

Ma al grottesco Mito della Riforme risponde il più grottesco Mito della Svolta Autoritaria. Ma di che parlate grullini? L'unica cosa buona delle Riforme, anzi, è il piglio deciso del governo e del suo Capo-Pupo. Perché poi i contenuti fanno un po' ridere. Una cosa buona c'è, finisce il doppio iter delle leggi tra due camere omozigote. Ma poi fare del Senato-semorto il defilé degli Enti Locali è una vanesia idiozia.

Quanto al risparmio, ve lo raccomando. Dei costi della politica si risparmia col Semorto una cifra irrisoria. Il grosso apparato del Fu-Senato resterà intatto, verranno pagati pure gli assistenti dei senatori ma non il senatore, che dovrà chiedere la paghetta al suo portaborse... Non sarà difficile prevedere che l'ingiustizia sarà presto riparata.

Però fatela 'sta riforma, tanto per sbloccare il sortilegio e partire. Dopo tanto fumo vorremmo vedere un po' di ciccia, e non quella di Matteo, rubata dai fotografi impietosi..

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