Cronache

Il don anti-minigonne: "Basta prosciutti in chiesa"

Le fedeli: "Mandiamolo in Arabia", "Boicottiamo la messa". Ma c'è anche chi gli dà ragione

Il don anti-minigonne: "Basta prosciutti in chiesa"

A vederlo in foto non lo faresti così bacchettone. E invece il parroco con la faccia da bravo ragazzo, don Alberto Zanier, è un sacerdote che si scandalizza per le minigonne. Lui - giovane fuori ma attempato dentro - le gambe femminili le paragona ai «prosciutti» che dovrebbero rimanere insaccati e mai messi in bella mostra. «Bella» per tutti i peccatori maschi ma non per un sant'uomo apparentemente fermo al Nome della rosa. E così, stufo dello spettacolo vagamente (molto vagamente) lussurioso inscenato dalle sue pecorelle più o meno smarrite e svestite, il vicario parrocchiale di Resia (frazione del comune bolzanino di Curon Venosta, proprio sul confine austriaco) si è esibito in un'intemerata contro quelle gonne troppo corte che farebbero l'occhiolino a quello sporcaccione di Belzebù nascosto dove meno te l'aspetti. Eccezion fatta per i paramenti sacri di don Alberto che infatti sull'immancabile «bollettino parrocchiale» è andato giù duro con prosa controriformistica in stile profano-lefebvriano: «A San Daniele c'è crisi. Le famose cosce di prosciutto soffrono il mercato. Ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce ombra di crisi! Pochi giorni fa potevamo assistere infatti a una bella carrellata di cosce ben in vista! Ma ahimè non di prosciutto San Daniele Dop: magari! Suadenti e sinuose cosce femminili che facevano la loro bella comparsa dal di sotto di mini (troppo mini) gonne di baldanzose adolescenti nel pieno della loro esuberanza». Notare l'umorismo (involontario) dei termini «suadenti», «sinuose», «baldanzose» ed «esuberanza». Il don Alberto va avanti esorcizzando il senso del ridicolo: «...è una mancanza di rispetto verso il corpo della donna; verso gli altri»; verso il sacerdote». Ormai padre Zanier è in trance mistica, non si ferma più: «La chiesa non è una balera o un boudoir! Le mamme, quando le figlie escono di casa, non vedono come vanno in giro? Mostrare carne al vento a più non posso è una gravissima forma di maleducazione verso chi mi sta vicino perché potrei urtare la sua sensibilità o addirittura provocare la sua sessualità». Il prete scrive «sua», ma forse voleva dire «mia»... Da peccato mortale il conseguente «dibattito-social»: «Ma quanti anni ha il don e in che epoca vive? - si chiede una parrocchiana presumibilmente minigonnata -. Io di prosciutti non ne ho visti». Una collega le dà manforte: «Mandiamo il prete in Arabia, dove le donne si coprono anche gli occhi». E spunta è anche chi inneggia alla rivolta: «Domenica nessuno a messa!». Qualcuno, però, non manca di dare ragione al sacerdote, come le parrocchiane che ormai le minigonne non possono più permetterselo o come i parrocchiani che le gambe delle ragazze continuano a guardarle ma non se ne ricordano più il perché. Detto questo, non buttiamo la croce addosso a quel sant'uomo di don Angeli: in chiesa ci si dovrebbe sempre andare vestiti in modo consono.

Per esporre i «prosciutti» ci sono mille altre vetrine.

La messa è finita, andate in salumeria.

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