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Donald azzoppato dall'onda moralista finita nelle urne

Il candidato per necessità, ha clamorosamente perso davanti al democratico Doug Jones

Donald azzoppato dall'onda moralista finita nelle urne

Le pensa tutte il vecchio Donald per allontanare lo spettro della morte politica. Nel 2018 ci saranno le elezioni di mezzo termine e lì si vedrà se Trump è un'anatra zoppa o una rondine. Per ora, è zoppo. Di chi la colpa? Della ventata di accuse di donne contro i maschi stupratori, molestatori, palpeggiatori.

Roy Moore, candidato per necessità di Donald Trump alle elezioni suppletive dell'Alabama, - uno Stato in cui si può seriamente sostenere che donne e neri non hanno gli stessi diritti dei maschi bianchi - ha clamorosamente perso davanti al democratico Doug Jones che gli ha soffiato il seggio del Senato che era stato di Jeff Sessions, passato nello staff di Trump per conquistare il Grand Old Party e mutarne la genetica. Ma hanno sbagliato tutti sottovalutando gli effetti del ciclone Harvey Weinstein, il produttore cinematografico che ha preteso di fare sesso con quasi tutte le attrici a portata di mano. Quel ciclone ormai devasta la scena politica americana ed è più distruttivo di una testata atomica coreana.

Nessuno può più permettersi di fare politica se porta sulle spalle il peso di accuse sessuali anche di semplice misconduct, comportamento sbagliato, mani addosso, discorsi allusivi. L'intera truppa repubblicana è sferzata da questo ciclone: Roy Moore, il candidato (a malincuore) di Donald Trump, è sotto scacco per accuse sessuali e Trump, che lo ha sostenuto turandosi il naso, è a sua volta coinvolto in una marea montante di accuse e pettegolezzi di natura sessuale. Il settimanale Time ha dedicato quest'anno la copertina per il 2017 al movimento #MeeToo, delle donne che hanno deciso di rompere il silenzio. Trump lo sapeva ma non ha potuto farci nulla perché Moore era già considerato impresentabile. Poi il Presidente si è dato la zappa sui piedi quando non soltanto ha accettato con riluttanza la candidatura di Roy Moore, ma lo ha difeso oltre i limiti di fronte a una opinione pubblica infuriata - a questo punto - più con Trump che con Moore.

Il Presidente nella scorsa settimana ha usato tutte le possibili armi di distrazione di massa: ha esibito un nuovo formidabile missile con cui minacciare il dittatore nordcoreano, che non uccide ma paralizza ogni sistema elettronico bloccando ascensori e missili, frigoriferi e camion. Poi ha dichiarato che a marzo una nuova nave spaziale americana scenderà sulla Luna stavolta non soltanto per consentire una passeggiata ma per colonizzare il satellite, mentre i motori sono giù accesi per andare su Marte. L'economia lo premia, i posti di lavoro crescono, Wall Street vola, ma le donne con le loro rivelazioni e accuse hanno cambiato la scena.

È su questi effetti dello scandalo Weinstein che scommettono Obama e Hillary Clinton: Donald Trump ha perso un colpo, una ruota, rischia di uscire fuori strada.

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