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Donald a Kim: pronti a tutto "Ma meglio la diplomazia"

Il presidente Usa in visita in Corea del Sud invita Pyongyang a «un accordo». E si mostra ottimista

Donald a Kim: pronti a tutto "Ma meglio la diplomazia"

D onald Trump smorza la retorica sulla Nord Corea. A Seul, dove si trova nell'ambito del lungo tour asiatico con la first lady Melania, il presidente americano usa toni meno bellicosi, dicendo di vedere «buoni progressi» su Pyongyang, che invita «a tornare al tavolo» negoziale e a «fare un accordo». Messe da parte le minacce di «fuoco e furia», The Donald ha spiegato di non avere alcun desiderio di «usare la forza», pur precisando che gli Usa «sono pronti a ricorrere a tutta la gamma del potenziale militare, se necessario». Obiettivo della prima visita nella capitale sudcoreana, per il Commander in Chief, è quello di finalizzare le strategie per spingere il regime di Kim Jong Un ad abbandonare le ambizioni balistiche e atomiche.

Trump ha deciso di non recarsi al confine demilitarizzato con il Nord, ma ha fatto tappa alla base Usa di Camp Humpreys, dove è arrivato a sorpresa il collega Moon Jae-in, che ha voluto mettere in evidenza la forte alleanza tra i due paesi. La visita a Seul, tuttavia, rappresenta la maggiore sfida diplomatica di tutto il viaggio per Trump. Mentre con il premier del Sol Levante Shinzo Abe c'è un grande feeling, Moon è diffidente dell'approccio guerrafondaio del tycoon, soprattutto perché in caso di conflitto teme conseguenze drammatiche in termini di vittime. E lo stesso pensano molti dei suoi sostenitori progressisti, tanto che il presidente Usa è stato accolto da manifestazioni di protesta con centinaia di partecipanti. The Donald, da parte sua, questa volta ha usato toni più concilianti, e parlando ai militari americani e sudcoreani della base di Camp Humphreys ha detto di sperare che le tensioni nella penisola possano «essere risolte, perché tutto si risolve». Poi, durante la conferenza congiunta con Moon alla Blue House, ha ribadito: «Credo che stiamo facendo molti progressi, stiamo mostrando una grande forza. Loro penso capiscano che abbiamo una forza senza pari». Il Nord, ha però precisato, «è una minaccia per il mondo intero che richiede una azione globale», lanciando un appello a Pechino e Mosca ad aumentare la pressione su Pyongyang. «Ogni nazione responsabile, incluse Cina e Russia, deve chiedere al regime di mettere fine ai suoi piani nucleari e missilistici e di vivere in pace. E deve rafforzare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu». Sul fronte dei negoziati, invece, non ha precisato se siano in corso contatti con gli uomini del giovane leader, ma ha ribadito che a suo parere «avrebbe veramente senso per il Nord di sedersi al tavolo e fare un buon accordo». Moon, invece, ha detto di sperare che la visita dell'inquilino della Casa Bianca rappresenti «un punto di volta nella soluzione della questione nucleare»: «Ora è il tempo di focalizzarsi sulle sanzioni facendo pressione al Nord».

Trump e Moon hanno convenuto sulla necessità di rafforzare il «fattore deterrenza» verso Kim, e avvieranno negoziati sull'acquisto da parte di Seul di sottomarini atomici a propulsione nucleare. Moon ha spiegato che partiranno subito le consultazioni per l'acquisizione e lo sviluppo di asset per la sorveglianza militare, con a fianco un Trump entusiasta per i miliardi di dollari di equipaggiamenti e materiali militari ordinati dall'alleato.

Intanto, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha confermato che il presidente russo Vladimir Putin discuterà con l'omologo americano «le questioni più urgenti, compresa la situazione nella penisola di Corea», durante l'incontro in programma a margine del vertice Apec in Vietnam nel fine settimana.

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