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"Quella donna in Iran è rivoluzionaria La Boldrini? Femminista di facciata"

La patron di Miss Italia: «La ragazza del velo è già un'icona, la presidente della Camera fa demagogia: bocciò il mio concorso»

"Quella donna in Iran è rivoluzionaria La Boldrini? Femminista di facciata"

Patrizia Mirigliani - che sta a «Miss Italia» come Leo Messi sta al tiki taka del Barcellona - ha con Laura Boldrini un vecchio conto in sospeso.

Il (pardon, «la») presidente della Camera dei deputati, all'indomani della sua elezione (marzo 2013), non trovò infatti nulla di meglio che sparare a zero sul concorso di bellezza più amato dagli italiani, reo - a parere della Boldrini - di proporre un modello di «donna nuda e muta».

La Rai aveva appena disdetto il contratto con la società della Mirigliani, costringendola a traslocare il concorso su La7. La Boldrini fu prontissima a infierire pubblicamente, rilasciando dure dichiarazioni contro il concorso organizzato dal 1959 al 2002 dal «patriarca» Enzo Mirigliani che poi, dal 2003, cederà il posto alla figlia Patrizia nel 2003.

Signora Mirigliani, la Boldrini si ritiene una paladina dell'emancipazione femminile. Lei è d'accoro?

«No».

Motivo?

«Il suo è solo un femminismo di facciata. Che non va alla sostanza dei problemi, mantenendosi demagogicamente in superficie».

Ma non è che lei ce l'ha con la presidente della Camera solo perché si è schierata contro «Miss Italia»?

«La Boldrini, con la sua campagna anti-concorso di bellezza, non ha danneggiato solo me e tutte le persone che lavorano nell'indotto di Miss Italia, ma tutte le donne».

In che senso?

«La presidente della Camera non ha compreso infatti un elemento basilare del nostro concorso: e cioè che, attraverso una gara di bellezza, si possono veicolare messaggi sociali di enorme importanza».

A cosa si riferisce?

«Miss Italia, ad esempio, ha fatto per la lotta all'anoressia più dei bla bla di tanti politicanti come la Boldrini; idem per le campagne contro la violenza sulle donne e le discriminazioni sul luogo di lavoro».

A proposito di dignità femminile, la Boldrini nella sua visita ufficiale alla grande Moschea di Roma non si è ribellata al diktat del capo velato. Un suo «no», in tal senso, avrebbe davvero potuto rappresentare una rivoluzione.

«E invece la rivoluzione la sta facendo una semplice ragazza iraniana che, rinunciando al velo durante una manifestazione nella capitale, è diventata un'icona della protesta contro il governo di Teheran».

Una protesta di enorme valore simbolico, che la Boldrini non ha mai avuto il coraggio di fare.

«No, lei preferisce concentrasi sulla battaglia lessicale delle desinenze al femminile e sulla condanna pregiudiziale dei concorsi di bellezza. Per me è stata una delusione enorme ...».

Si aspettava di più dalla Boldini?

«Quando fu eletta presidente della Camera, mi fece piacere. Pensavo che avrebbe fatto tanto per le donne, invece si è mostrata succube di pregiudizi e luoghi comuni».

A cosa si riferisce?

«Al fatto di credere che la bellezza sia un valore contrapposto all'intelligenza, alle capacità, al talento. Ma lo sa, la Boldrini, che Miss America è una scienziata? Ma lo sa che decine di nostre ragazze si sono affermate con successo in tantissimi ambiti lavorativi, e non mi riferisco solo al settore dello spettacolo».

Lei, dopo le polemiche del 2013, ha più volte invitato la Boldrini a «Miss Italia».

«L'ho fatto perché lei parla di una realtà che evidentemente non conosce. Venire a trovarci le aprirebbe gli occhi. Noi saremo sempre qui, ad aspettarla...».

Perfino l'ex presidente americano, Obama, ha, in passato, ha incontrato Miss Israele.

«Obama ha dimostrato di essere un grande statista. Capendo che un percorso di pace può passare anche da un concorso di bellezza.

La nostra presidente della Camera impari da lui».

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