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Berlusconi: "Una donna leader? Sarei felice Facciamo scegliere gli elettori"

L'ipotesi di un nuovo leader: "Se il popolo dei moderati scegliesse una donna ne sarei felice. Anche perché così tornerebbero al voto molte donne che oggi colpevolmente disertano le urne"

Berlusconi: "Una donna leader? Sarei felice Facciamo scegliere gli elettori"

Silvio Berlusconi, nella hall dell'hotel Vesuvio di Napoli sembra di ottimo umore nonostante un tour de force massacrante: Napoli, poi il feudo azzurro di Caserta, quindi il regno di Mara Carfagna, Salerno.

Presidente, dove la trova tutta questa energia?

(Ride e avvicina la bocca all'orecchio del cronista) «Supposte... Ahaha... No, al di là delle battute le racconto come è andata, anche se non sto facendo campagna elettorale ma soltanto aiutando i nostri candidati: tempo fa mi chiama Giovanni Toti e mi domanda: “Verresti in Liguria a darmi una mano?”. Ovviamente accetto e... Apriti cielo: tutti a chiedere la mia presenza. Come facevo a dire di no?».

Da tempo si parla di un rassemblement dei moderati. Il profilo del possibile federatore potrebbe corrispondere a quello di Mario Draghi che spesso, di recente, cita come un suo successo personale avendolo imposto alla guida della Bce contro i desiderata di Angela Merkel?

«Beh... Preferirei non fare nomi. Sa, quando si fanno i nomi poi si bruciano».

E se fosse «una» leader?

«Se il popolo dei moderati scegliesse una donna ne sarei felice. Anche perché così tornerebbero al voto molte donne che oggi colpevolmente disertano le urne».

Prima o poi un nome bisognerà indicarlo. Si sente come la Regina Elisabetta, come dice Salvini?

«Ma io ho detto proprio l'opposto: soltanto in una monarchia il re designa l'erede. In una democrazia i leader li scelgono i cittadini».

Sì ma in che modo? Lei ha escluso le primarie.

«Il metodo lo troveremo tutti insieme. Si possono fare dei consigli o delle assemblee nelle quali poi ci si esprime attraverso un voto. Ma prima bisogna stabilire tutti insieme delle regole certe e sicure per consultare la nostra base».

Non le primarie classiche, quindi?

«No perché occorre evitare quello che è successo al Pd in molte occasioni. Le primarie come fa la sinistra sono manipolabilissime. Lo dimostra la cronaca recente in Liguria e altrove».

Oggi è ancora in campo e non si sta certo risparmiando ma i sondaggi sembrano non premiare Forza Italia. Come mai?

«Per un anno e mezzo sono stato nell'ombra più assoluta; e anche ora non sono mica come “i Mattei”: i signori Renzi e Salvini che stanno tutto il giorno e tutti i giorni in tv. Stando così le cose sarebbe già un miracolo arrivare al 12%».

Ma lei resta un inguaribile ottimista, vero?

«Ma certo. Vede, quando uno comincia a girare il Paese e sente l'affetto di così tanta gente pensa di ottenere il 100% dei consensi. È la cosiddetta sindrome del candidato».

Se per Renzi le elezioni non andassero così bene, spera che faccia come Massimo D'Alema che si dimise nel 2000 dopo il flop delle Regionali?

(Il Cavaliere ci pensa su, sorride... Poi alza braccia e sguardo al cielo come a dire «lo volesse Iddio») «Il problema è che Renzi ha dimenticato il Sud. È venuto qui solamente a fare propaganda elettorale. Infatti nessuno degli ultimi tre governi ha fatto provvedimenti a favore del Mezzogiorno. E vedremo crescere disoccupazione, il nero e la criminalità organizzata».

Vede le urne all'orizzonte?

«Credo che ci vorranno due anni, due anni e mezzo prima di tornare al voto. E per allora penso che dovremo costruire un rassemblement con poche linee e pochi punti nel programma da condividere. Potranno entrare in questa area dei moderati partiti, club, associazioni e privati».

Presidente, dica la verità: gira come una trottola, parla per ore e ore. Non è stanco?

«Guardi, a forza di attraversare l'Italia in lungo e in largo ho scoperto che nei miei confronti c'è un affetto e un amore straordinario. Non so: forse anche per il mio martirio; forse perché la gente ha capito tutto quello che mi hanno fatto. È questo mi dà una forza incredibile. Anche se...».

Anche se?

«Alla sera, alle cene, sì: sono proprio stanco. Ci sono sempre centinaia di persone che vogliono scattare delle foto con me. E a furia di stringere mani mi è pure venuto un dolore al braccio...».

Un minuto dopo eccolo stringere l'ennesima mano e partire di corsa: altri comizi, altre cene e altri selfie.

Ma prima di andare si china, commosso, a baciare Jessica, ragazza disabile con una storia tragica alle spalle: nel 2011 una delibera di Antonio Bassolino le rase al suolo la casa di Bacoli perché abusiva, nonostante fosse costruita apposta senza barriere architettoniche ma soprattutto nonostante fosse condonata.

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