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Droni e modelli 3D per salvare basiliche e palazzi

Una Banca Digitale per mettere in sicurezza e conservare la memoria del patrimonio artistico

Droni e modelli 3D per salvare basiliche e palazzi

Roma - Droni, modelli tridimensionale e ricostruzioni virtuali dei monumenti preziosi che si trovano nelle zone più a rischio.

La moderna rivoluzione digitale può essere di grande aiuto per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale con la creazione di una Banca Dati digitale alla quale attingere tutte le informazioni necessarie per mettere in sicurezza prima e anche per ricostruire dopo in caso di danni.

Le immagini della cattedrale di Norcia devastata dalle scosse hanno fatto il giro del mondo e mostrato ancora una volta la fragilità della grande bellezza del nostro paese. Si poteva evitare? Come ricostruire adesso? E soprattutto: come evitare che accada di nuovo? Il primo passo da compiere è quello della conoscenza: un monitoraggio attento che identifichi le priorità rispetto alla messa in sicurezza. Paolo Mauriello direttore dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, assicura che «non siamo all'anno zero». Occorre attivare la collaborazione di geologi, architetti, storici dell'arte, ingegneri per mettere a punto una mappatura, una ricostruzione virtuale dei nostri beni artistici con tutte le informazioni anche sui rischi dell'area di appartenenza, come spiega l'archeologo Augusto Palombini, ricercatore dell'ITBC.

«Grazie ai droni e alla fotogrammetria possiamo nel giro di un paio di settimane eseguire un rilievo accurato ad esempio di una chiesa di medie dimensioni come la Cattedrale di Norcia -spiega- Con quelle informazioni ricostruire un modello digitale del tutto identico all'originale».

Quel modello permetterà non soltanto di conservare intatta la memoria del monumento ma serberà le informazioni necessarie a capire gli eventuali punti deboli. Non solo.

L'architetto Elena Gigliarelli, ricercatrice dell'ITBC, spiega che anche in Italia si sta lavorando con il BIM, ovvero il Buiding Information Modeling, ovvero una rappresentazione digitale degli edifici che può comprendere caratteristiche come la proprietà dei materiali, le componenti tecniche ma anche la localizzazione e quindi l'analisi del territorio sul quale l'edificio poggia. «Il nostro obiettivo è la conoscenza il primo strumento per preservare i nostri beni -spiega la Gigliarelli- Stiamo già lavorando su alcuni progetti ad esempio sulla cattedrale di San Nicosia a Cipro».

Una volta in possesso, ad esempio della ricostruzione digitale della Basilica di San Pietro con tutte le informazioni sui materiali che la compongono si potrà ad esempio sottoporla ad un terremoto virtuale individuando così le criticità dell'edificio per intervenire prima che la catastrofe avvenga.

Il patrimonio artistico e culturale dell'Italia non è stato mai censito con accuratezza nella sua complessità. Molti dei nostri beni artistici non sono catalogati e dunque se andassero distrutti sarebbero davvero perduti per sempre. Ecco perchè Palombini insiste sull'importanza della digitalizzazione dei beni artistici che soddisferebbe diverse esigenze.

«Una delle cause principali del progressivo deterioramento del patrimonio artistico è l'usura che deriva dalla sua esposizione -spiega Palombini- Ecco perché creare veri e propri musei virtuali faciliterebbe l'alternanza con le visite concrete preservando il bene».

Un esempio virtuoso in questo senso è quello della Domus Aurea a Roma che alterna aree aperte alle visite ad altre chiuse per manutenzione senza però negare al visitatore la visione complessiva.

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